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Ciavasa, la coda del ponte

Sale & pepe, la rubrica di Luigi Apicella

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Dopo Brooklyn, la gomma del ponte, pubblicità storica entrata nel cuore di tutti, Biella città creativa senza sapere di esserlo lancia una nuova campagna per l’estate – sulla falsariga di quella storica dedicata al chewing gum più famoso al mondo – intitolata, a furor di social, Ciavasa, la coda del ponte.

Certo il fascino degli Usa, gli spot anni ’80 “freschezza da baciare” con la mitica canzone “Back Home” ci hanno fatto sognare e ancora oggi, a rivederli su youtube, ci riportano indietro negli anni della giovinezza. Oggi che siamo cresciuti e anche un po’ più disillusi, continuiamo a masticare la gomma (ci mancherebbe…) ma in modo un po’ più amaro. Sembra davvero impossibile pensare che, sul tema lavori al ponte di Chiavazza – premetto che le ragioni di sicurezza sono sacrosante e da sole impongono qualche sacrificio in più per tutti – non fosse possibile organizzarsi diversamente per cercare di contenere i disagi che stanno riguardando la cittadinanza.

Evidentemente Biella con i trasporti e le vie di comunicazione in generale non c’azzecca proprio: treni a singhiozzo con tempi di percorrenza da far west, piste ciclabili fantasma, pubbliche vie cittadine lastricate di buche e crateri e ora ci mancava pure il ponte !!! Ma come dice il mio amico “Coda” (e mai soprannome fu più azzeccato…): “Gigi, venta truvé na sulusiun”.

E una soluzione, così come per i treni, io l’avrei trovata… E’ la stessa diligenza/carrozza con i cavalli che, tirata fuori nel numero scorso perché i “cavalli a vapore” dei treni biellesi fanno sempre le bizze, potrebbe servire anche con il ponte chiuso in un senso di marcia, per attraversare il fiume “Cervo” in direzione Biella arrivando da Valdengo. Un’esperienza che, nella nostra Biella sempre più cittadina isolata stile far west all’italiana, potrebbe valere da sola il prezzo della corsa con tempistiche di percorrenza non troppo dissimili da quelle di questi giorni nelle ore di punta. Poi è vero che ci lamentiamo sempre, siamo biellesi, ma non sempre tutti i mali vengono per nuocere.

La carrozza vuole anche essere una metafora che invita a riprendersi un po’ i nostri tempi di vita e di relazione, a riflettere con se stessi, spegnere il cellulare e fare i conti con l’attesa, che oggi, al tempo del furore social, risulta essere una sconosciuta evitata da tutti, specie dai giovanissimi. Insomma, come direbbe il grande Pino Daniele – a proposito nei giorni scorsi ho avuto l’onore di ospitare e conoscere un suo grande amico e musicista d’eccezione, James Senese protagonista al festival Reload di questi giorni – “Tutta Nata Storia…” E per Biella servirebbe davvero un altro racconto…

Luigi Apicella

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2 Commenti

1 Commento

  1. Gianluca Zerbini

    30 Giugno 2023 at 16:39

    Mastro Luigi a me pare che a Biella sia più la pubblicità dei rubinetti Zucchetti
    ove si tappavano buchi alla veloce per non avere perdite .
    ma a volte è peggio il taccone che il buco…saluti

  2. Massimo

    30 Giugno 2023 at 20:52

    a cosa è servito veder lavorare sabato a mezzogiorno gli operai se per il resto della settimana non hanno mosso una piuma….a me non hanno dato gran disturbo ma il vedo in coda alla sera per nulla…

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