Attualità
Case di riposo, anziani di nuovo “blindati” nelle strutture
«Abbiamo chiuso le case per malati mentali, abbiamo chiuso gli orfanatrofi: cerchiamo di chiudere presto anche le RSA! Contrastiamo la follia che ci conduce a una vecchiaia artificiale di solitudine e di non vita, impegnandoci a percorrere vie diverse, come in altri Paesi. Altrimenti succederà sempre più ciò che molti vecchi mi hanno confidato: chiedono di non venire più curati e di essere lasciati morire al più presto. Povera umanità!». Parole incisive, scritte dall’ex priore di Bose, Enzo Bianchi, su “La Repubblica”, che hanno fatto storcere il naso a molti; affermazioni che sopraggiungono in un momento delicato come quello attuale, in cui i più vulnerabili sono proprio loro: i nostri anziani. è un dibattito accesso quello legato alle case di riposo, in cui al centro delle questioni vi è la necessità di cura e protezione, ma anche di vicinanza fisica ed emotiva reclamata dai cari delle persone assistite. In questi mesi i responsabili delle RSA hanno dovuto adattarsi alle disposizioni regionali, sospendendo le visite dei parenti, tuttavia, nei casi in cui era possibile, si sono organizzati incontri a distanza, magari con l’ospite alla finestra della camera e i parenti all’esterno. Immagini commoventi quelle pubblicate sulla pagina Facebook della casa di riposo Cerino Zegna, accompagnate da parole semplici, ma sincere: «Purtroppo il proseguire dell’epidemia ci costringe ad aumentare le misure preventive. Ringraziamo tutti i famigliari per la comprensione». Un momento veramente difficile non solo per coloro che sono chiusi all’interno delle case di riposo, ma per tutti gli anziani, tanto più dopo che nella girandola di misure, suggerite per arginare i contagi, è emersa l’ipotesi di limitare socialità e spostamenti degli over 70, avanzata soprattutto da Lombardia, Piemonte, Liguria. Confinare gli anziani potrebbe essere risolutivo? Al di là delle considerazioni sanitarie, si discute fortemente sulla liceità ed eticità di un provvedimento che investe gli affetti e la vita degli anziani, non solo perché ne va della qualità della loro vita quotidiana, ma anche perché può generare problematiche di ordine cognitivo e relazionale. Dare la possibilità ad un anziano di poter dialogare e vedere in modo semplice e immediato i propri cari ha un valore grandissimo che influisce sullo stato di salute generale, ma come tutelare questa preziosa dimensione affettiva in un momento di emergenza come questo? In attesa di possibili soluzioni non ci resta che ammirare scene di tenerezza disarmante, immortalate in fotografie che raccontano più di mille parole.
Sofia Parola
Immagine di repertorio
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