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Caldo torrido, 42 gradi sul treno dei pendolari

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Caldo torrido, 42 gradi sul treno dei pendolari. Ancora disagi per chi viaggia con Trenitalia, ennesimo disservizio.

Caldo torrido, 42 gradi sul treno dei pendolari

Il calvario dei pendolari non ha mai fine… adesso ci sono anche le “carrozze-sauna”. Lo segnala il Comitato dei Pendolari Vercelli-Novara-Milano.

La nota dei pendolari inizia da una promessa di Trenitalia: “È di questi giorni la presentazione dei nuovi treni Pop che, verosimilmente, non saranno disponibili prima del 2020. Sia noi del Coordinamento che il Comitato della Novara-Biella apprezziamo gli sforzi che la Regione sta facendo per migliorare la nostra quotidianità ma, da qui all’entrata in servizio dei nuovi treni, dovremo fare i conti con il materiale che attualmente viene offerto da Trenitalia. E, ancora una volta, siamo costretti a denunciare le inaccettabili condizioni di viaggio alle quali siamo costretti.

Carrozze torride in cui non si respira

A Milano Porta Garibaldi, alla sera, il treno arriva spesso al binario in ritardo rispetto all’orario previsto di partenza e senza alcun preavviso: una volta saliti a bordo ci ritroviamo nell’impossibilità di usufruire del treno in tutta la sua interezza in quanto la maggior parte delle carrozze sono inagibili per la mancanza di aria fresca.

Vogliamo evidenziare che il nostro non è un capriccio, ma è il voler portare alla Sua attenzione una situazione potenzialmente pericolosa: utilizzando un termometro laser, abbiamo rilevato temperature prossime ai 42 gradi ed in queste condizioni si potrebbe essere vittime di malori. Sconcertante poi la latitanza del personale di bordo ricercato per cercare di risolvere in qualche modo il problema.

Inaccettabile pagare per soffrire

Non è assolutamente accettabile pagare per un simile servizio, sempre possa essere considerato tale a queste condizioni.
Segnaliamo inoltre che i disagi dati dai ritardi e dalla composizione dei treni non sono assolutamente diminuiti nonostante le ripetute promesse di Trenitalia/RFI”.

Era quasi così anche trent’anni fa

L’autore di questo post nel 1990 lavorava a Milano e i disagi descritti oggi dai pendolari erano più o meno simili. Anzi, la frequenza dei disservizi e ritardi allora era meno alta di oggi. Però d’estate questo problema delle carrozze bollenti c’era eccome… dopo una giornata di lavoro, magari salendo di corsa prima della partenza, ammesso di trovare posto a sedere, si cominciava a sudare… In trent’anni si penserebbe che i servizi pubblici possano migliorare e invece sono peggiorati di brutto.

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