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Calano i migranti e vengono chiuse le strutture nel biellese

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Calano i migranti e vengono chiuse le strutture nel biellese.

Migranti in calo

Ormai da parecchi mesi è in calo il numero di migranti in Italia e nel Biellese. Con esso, automaticamente, inizia a scendere anche quello delle strutture dedicate all’accoglienza sul territorio, con un effetto a catena che coinvolge pure l’occupazione, direttamente (chi lavora per gli enti gestori) e indirettamente (chi lavora per le aziende che forniscono loro servizi, dai pasti all’abbigliamento passando per la formazione).
Proprio per via di questa situazione e del surplus di posti letto rispetto alle esigenze, in questi giorni circa 40 richiedenti asilo stanno “traslocando” dalle case di accoglienza finora gestite dall’associazione Nuvola e dalla cooperativa Anteo dove vivevano – dislocate tra Cossato e Portula -, che saranno chiuse perché non più necessarie, per andare a stare nelle stanze rimaste libere dei centri gestiti da Nuova Vita, Pacefuturo e Verso Probo (vale a dire a Cavaglià, Pettinengo e Biella). Queste tre sono state avvantaggiate nella ridistribuzione degli ospiti perché sono le prime nella graduatoria della prefettura. Anteo e Nuvola torneranno ad essere coinvolte solo nel caso di un nuovo aumento delle presenze (improbabile, visto il trend degli ultimi tre anni).
Il cambio di casa di tutte queste persone, però, ha destato preoccupazione innanzitutto per chi lo subisce: i richiedenti asilo. «Abbiamo chiesto e ottenuto un incontro urgente con il questore – si legge in un comunicato diffuso da Mondi senza frontiere, Migr’Action, Comitato Biellese Accoglie, Arci solidarietà Thomas Sankara, A.m.m.i. Biella, Voci di donne e Cresco Odv – al quale abbiamo espresso i timori per un’operazione che si sta svolgendo in tempi rapidissimi, senza tener conto di due grossi problemi».
Problemi che si chiamano lavoro e pocket money.
«Alcuni migranti lavorano in aziende del territorio facilmente raggiungibili dall’attuale domicilio. L’assegnazione della nuova destinazione – chiedono chiedono le associazioni – sarà fatta in modo da consentire la continuità lavorativa?».
Questa era una domanda, poi c’era quella relativa ai famosi 2,50 euro al giorno: «La seconda questione è ancora più grave. Gli ospiti dell’associazione La Nuvola non ricevono il pagamento del pocket money da circa 6/7 mesi (i 2,50 euro giornalieri previsti dalla normativa nazionale), cosa già da noi segnalata corso di precedenti incontri con la Prefettura.
«Chiederemo – veniva precisato – anche per quale motivo il trasferimento sia stato reso noto solo poche ore prima della sua realizzazione e non siano state coinvolte le associazioni che da tempo si occupano di migranti sul territorio biellese, nonostante la disponibilità finora dimostrata nel collaborare con le istituzioni nel rispetto dei diritti dei migranti in un clima di trasparenza e legalità».
Entrambe le problematiche sono state discusse ieri in un incontro con il viceprefetto. Incontro positivo, almeno per quanto riguarda l’aspetto dell’occupazione.
«La nostra preoccupazione – chiarisce Gabriel Baravalle, dell’Arci Thomas Sankara, la ciclofficina che fornisce le bici ai richiedenti asilo – era che gli ospiti fossero almeno trasferiti in luoghi che gli consentissero di continuare a lavorare. Dato che possono muoversi soltanto in bicicletta, essere spostati troppo lontano diventerebbe un problema. Su questo abbiamo ricevuto rassicurazioni: le singole situazioni saranno tenute in considerazione nella scelta delle destinazioni».
Meno certezze per quanto riguarda il pocket money: «Nessuno può garantire quando verrà versato».
Fin qui, per quanto riguarda i richiedenti asilo. C’è però un altro aspetto da considerare quando si parla della chiusura di strutture d’accoglienza, aspetto che ci tiene a sottolineare proprio Baravalle: «Forse in pochi ci pensano, ma questo si traduce in una perdita di posti di lavoro e in riduzioni degli orari. Magari quando si dice “prima gli italiani”, si intende prima gli italiani a perdere il lavoro».

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1 Commento

1 Commento

  1. ermanno

    27 Luglio 2018 at 13:04

    devono essere chiusi tutti e chi lavora licenziato ed arrestato per favoreggiamento dell immigrazione clandestina
    questi italiani traditori vanno licenziati

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