Attualità
Caccia: ennesimo scontro
La segnalazione di un nostro lettore piuttosto arrabbiato: «Sembrava una guerra»
Caccia: ennesimo scontro. Durante la stagione venatoria le occasioni di conflitto tra cacciatori e semplici cittadini (non obbligatoriamente animalisti) sono all’ordine del giorno. E per dirla tutta sono destinati ad aumentare in quanto con la crisi della pesta suina la caccia ai cinghiali è praticamente consentita tutto l’anno.
Caccia: ennesimo scontro
L’ultimo incidente segnalato da un lettore è accaduto nella giornata di domenica scorsa in via Case Sparse, in una zona compresa tra Biella e Mongrando.
«Sembrava una scena di guerra – racconta uno dei non-cacciatori che si trovava sul luogo – quella vista questa mattina a valle di via Case Sparse, fra Biella e Mongrando. Lungo un percorso amato da ciclisti e runner, particolarmente popolato la domenica, una squadra di uomini armati, immaginiamo cacciatori, ha circondato un’ampia zona boschiva».
Pettorina arancione addosso – continua la testimonianza – fucile in mano, i cacciatori si sono appostati numerosi, uno distanziato da un centinaio di metri dall’altro. In attesa – con tutta probabilità – che spuntasse un cinghiale, sospinto verso l’esterno da altri cacciatori che si erano infiltrati nella boscaglia».
La caccia al cinghiale in Piemonte
Come detto la caccia cinghiale in Piemonte è aperta tutto l’anno. Con una delibera approvata ad agosto la Regione ha permesso la battuta al cinghiale ininterrottamente per quattro mesi dal 15 settembre al 15 gennaio. Anziché, com’è stato finora, in un periodo di tre mesi scelto fra il 15 settembre e il 15 dicembre o dal 2 novembre al 30 gennaio.
Un’altra disposizione autorizza gli agricoltori a effettuare abbattimenti di cinghiali anche in un raggio di 500 metri oltre i confini del proprio appezzamenti.
Poi c’è la caccia di selezione, ovvero con abbattimenti pianificati per numero e territorio, caccia di selezione che si è aperta il 16 marzo 2024 e si concluderà il 16 marzo 2025.
In questo periodo le normative prevedono la possibilità di caccia ai cinghiali con gruppi formati da un minimo di 15 cacciatori.
«Per gli amanti di questa attività – afferma il presidente dei cacciatori biellesi Guido Dellarovere – è ovvio che il possesso del fucile sia basilare. Ebbene è giusto sapere che la mancata osservanza, anche la più piccola, delle norme che regolano l’attività prevede il ritiro del porto d’armi. Quindi nessuno più che il cacciatore stesso è ligio alle regole. Per quanto riguarda le battute al cinghiale con l’impiego di più cacciatori le zone interessate sono sempre delimitate dagli stessi cacciatori con appositi cartelli. Cartelli che segnalano la presenza degli operatori e così è stato fatto anche nel caso segnalato dal vostro lettore. Poi ovviamente, il mondo animalista troverà sempre qualsiasi scusa, il classico pelo nell’uomo per fare inutili polemiche di cui siamo sinceramente stufi».
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Ardmando
21 Ottobre 2024 at 9:56
Ma basta! Qui occorrono azioni legali contro chiunque si arroghi il diritto di impedire la caccia che è perfettamente LECITA in Italia e così deve essere. Massima e incondizionata solidarietà ai cacciatori. Impedire la caccia è una lesione della libertà personale e come tale deve essere perseguita.