Attualità
“Bodybuilding dev’essere sano, il doping è sbagliato”
Il 23enne biellese Vincenzo Quatela racconta questo sport alla vigilia della sua prima gara di bodybuilding
BIELLA – Nelle ultime settimane si è entrati nel vivo del dibattito riguardante l’utilizzo di steroidi nel culturismo. A questo proposito abbiamo deciso di dar voce all’opinione di Vincenzo Quatela, che da cinque anni fa parte di questo mondo e che, fra circa una settimana, prenderà parte alla sua prima competizione agonistica.
Partiamo dalle origini… di dove sei? Qual è stato il tuo percorso? Perché hai cominciato a fare bodybuilding?
«Sono nato e cresciuto a Biella, quindi ho sempre vissuto qui. Dopo le scuole medie ho frequentato l’Istituto Tecnico, ma non essendo mai stato più di tanto interessato alle materie, ho sempre dedicato la maggior parte del mio tempo allo sport. A diciott’anni, una volta terminati gli studi, mi sono avvicinato alla disciplina del bodybuilding, che mi aveva sempre affascinato. Sarò sincero, ho cominciato per il desiderio di “apparire”, ma col tempo mi sono appassionato a questa attività; ciò mi ha portato anche a laurearmi in Scienze Motorie e Sportive e tutt’oggi mi sto specializzando in Scienze Motorie Preventive e Adattative».
Immaginiamo che sia difficile studiare e allenarsi contemporaneamente… quanto tempo dedichi, mediamente, all’attività di bodybuilding?
«Sì, sicuramente non è facile gestire contemporaneamente studio e sport, ma alla fine è tutta questione di organizzazione. Solitamente faccio quattro allenamenti alla settimana, da due ore ciascuno, escludendo, ovviamente, stretching e riscaldamento. In questo periodo, inoltre, faccio anche 40 minuti di addominali a casa e, la domenica, delle prove pumping in vista delle prossime gare. In totale, quindi, direi dieci ore di allenamento settimanali».
E per quanto riguarda l’alimentazione?
«Molto spesso si pensa alla vita del bodybuilder come a una vita di privazioni, ma non dovrebbe essere così. In realtà non è tutto pollo, riso, albume e merluzzo: io ho, comunque, un’alimentazione molto varia e sana. Il bodybuilding non deve essere la propria vita, ma uno stile di vita: non deve essere quindi percepito come un sacrificio che ci costa uno sforzo, bensì come una parte integrante della nostra vita quotidiana che ci permette, in aggiunta, di raggiungere i nostri obiettivi».
Ma per raggiungere questi obiettivi, secondo te, è necessario ricorrere agli steroidi?
«No. Io pratico bodybuilding naturista, quindi non faccio personalmente uso di steroidi. Anzi, ritengo che sia un messaggio sbagliato da dare, proprio perché lo sport deve essere sano. Quelli che si vanno ad utilizzare, invece, sono prodotti illeciti, che, in primo luogo, possono recare degli effetti collaterali a entrambi i sessi. Per giunta, possono causare dipendenza e assuefazione, innestando negli individui una sorta di “circolo vizioso”: infatti, nel momento in cui si cessa di assumerli, possono portare alla depressione. Si tratta di un vero e proprio problema sociale: negli ultimi anni, si è creato un ideale di “fisico da bodybuilder” che non è raggiungibile se non tramite l’assunzione di steroidi. Ormai, purtroppo, si pensa al bodybuilding solamente come a uno sport che si fonda sul doping, in cui tutto si riduce ad una questione di visibilità, ma non dovrebbe essere così».
Quindi, secondo te, come dovrebbe essere invece?
«La cosa più importante è porsi degli obiettivi reali, senza paragonarsi agli altri. Impegno e costanza sono fondamentali per avere dei risultati. Non c’è bisogno di “correre”: le modifiche del proprio fisico, in questo sport, si vedono nel lungo termine. Sicuramente facendo uso di steroidi si ottiene una maggior massa muscolare, anche se la genetica è fondamentale, ma ciò non vuol dire che non si possa ottenere un ottimo fisico senza ricorrere ad essi. Sfortunatamente, in questo mondo, sono sempre più frequenti casi di vigoressia, un disturbo per il quale non ci si vede mai abbastanza grandi, anzi, ci si vede piccoli, e perciò si comincia a credere che sia necessario fare ricorso agli steroidi».
Perciò, se dovessi dare un consiglio ad un giovane che vuole intraprendere questo percorso, quale sarebbe?
«Sicuramente quello di godersi il percorso, facendosi affiancare da professionisti qualificati. Il bodybuilding, come qualsiasi sport, è una disciplina che ti spinge a dare il massimo e a fare sempre di più; ciò non significa, però, che si debba puntare alla perfezione, bensì a degli obiettivi realistici».
Viola Borio
Greta Osside
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