Attualità
Bielmonte, stagione sciistica a rischio per il caro energia
«Costi quadruplicati, non è certa l’apertura degli impianti»
BIELMONTE – Anche se siamo solo all’inizio del mese di settembre, c’è già chi guarda alla prossima stagione invernale. Giampiero Orleoni, per esempio, in qualità di responsabile degli impianti di Bielmonte, unica stazione sciistica del Biellese visto il lungo stop a Oropa. I problemi sono legati al costo dell’energia, che incide tanto sulle famiglie quanto sulla vita delle aziende.
«Se non vogliono bloccare l’Italia, una soluzione la devono pur trovare – prova a esordire il gestore, anche presidente per il Piemonte dell’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari -. Così, ci sono impianti in Piemonte che neanche apriranno. Noi possiamo provare a fare dei tentativi, ma per durare quanto tempo? Sono tutte domande legittime perché il costo dell’energia è aumentato di quattro volte e quindi le spese sono salite alle stelle. Tenendo conto che la voce energetica, per noi, e per i colleghi piemontesi, è la seconda in termini d’importanza, dopo il costo del personale, è facile capire la situazione ai limiti dell’impossibile in cui ci troviamo. Un collega di Limone Piemonte che un anno fa aveva pagato 100 mila euro, lo scorso mese di luglio ne ha dovuti pagare 400 mila. Come si può andare avanti? Noi abbiamo costi inferiori, ma in proporzione siamo nella stessa situazione».
Un vero e proprio grido d’allarme.
«Di sicuro saremo costretti a rivedere le tariffe per accedere agli impianti e per i vari abbonamenti – aggiunge -. Inoltre c’è già chi parla d’impianti aperti solo nel fine settimane. O magari non da subito a dicembre, sperando nell’arrivo della neve. Insomma è evidente che di fronte a costi esorbitanti, che già stiamo pagando, avendo un impianto aperto, per la discesa del bob, qualcosa dobbiamo inventarci». Infine: «Io voglio essere ottimista e sperare che il Governo trovi delle soluzioni e che i politici che oggi fanno tante promesse, una volta eletti, le mantengono. Si parla sempre di montagna, poi però nel momento del bisogno siamo lasciati soli. Il discorso vale anche per eventuali politiche di aiuto al nostro comparto. Speriamo infatti che la nostra categoria non venga sacrificata, cioè esclusa da possibili provvedimenti di controllo dei prezzi o di sostegno. Sarebbe una beffa».
«L’energia – ricorda Valeria Ghezzi, presidente nazionale di Anef – serve per far funzionare funivie, cabinovie, seggiovie e sciovie. E poi per azionare i cannoni dell’innevamento programmato. Per produrre neve serve il giusto freddo, il giusto vento e la giusta umidità, condizioni abbastanza rare. Ci sarà un aumento del giornaliero e dell’abbonamento ma sarà legato all’inflazione che andrà a coprire gli stipendi degli operai: l’inflazione c’è anche per loro. Se aumentassimo il costo degli skipass in base all’aumento dell’energia oppure anche del 20%, a sciare no verrebbe più nessuno».
«L’incremento del costo dell’energia – conclude – non può essere coperto da nulla e per questo chiedo una soluzione governativa e dell’Europa. Chiudere gli impianti? E’ l’ultima spiaggia, non vogliamo perché ne risentirebbe tutta la filiera: alberghi, noleggi sci, ristoranti, maestri di sci e tanti altri lavori. Però mi chiedo, come faremo a pagare le bollette?».
p.l.b
Foto Davide Corona
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Pietro
11 Settembre 2022 at 10:09
Un aumento del 5 10% siano perfettamente in linea con il tasso di inflazione