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«Biella Pride: in marcia per i diritti»

Sabato prossimo la parata dell’orgoglio LGBTQI+. Cogotti: «Le discriminazioni? Tanti ancora costretti a nascondersi»

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biella pride: in marcia per i diritti

«Biella Pride: in marcia per i diritti». Mancano dieci giorni alla parata dell’orgoglio che a distanza di due anni tornerà a colorare le vie del centro cittadino per chiedere diritti e tutele per la comunità LGBTQIA+.

Il tema scelto quest’anno dagli organizzatori sarà “anim3 in rivolta”. Come spiegano, “marceremo insieme per riaffermare i nostri diritti, la nostra libertà di essere chi siamo, senza compromessi. La nostra battaglia continua, portiamo avanti il cammino verso l’equità sociale e la giustizia”.

Il Pride non è soltanto orgoglio di essere sé stessi/e opponendosi a qualsiasi forma di violenza e stigma sociale contro le persone per il loro orientamento sessuale e l’identità di genere, ma è anche e soprattutto politica. Sono tanti e variegati – si va dai diritti della persona alla tutela dell’ambiente – i punti al centro della battaglia. L’articolato manifesto politico, peraltro, è pubblicato integralmente sul sito biellapride.nicepage.io.

«Biella Pride: in marcia per i diritti»

A pochi giorni dalla manifestazione – sabato 14 settembre dalle 15.45 – abbiamo chiesto a Greta Cogotti, vicepresidente del comitato organizzatore, di fare il punto della situazione.

«Siamo pronti. E’ stato un percorso lungo, iniziato alla fine dell’anno scorso. Dietro a un evento del genere ci sono tante questioni burocratiche e organizzative da affrontare, ma ormai ci siamo».

All’ultimo è cambiato il percorso. Come mai?

Semplicemente perché solo in un secondo momento è emerso che la parata sarebbe stata in concomitanza con la partita della Juventus. Nessun problema, anziché partire da Corso 53esimo Fanteria, partiremo dal piazzale del PalaPajetta, non cambia nulla. Per noi l’importante era poter passare lungo strade larghe.

Perché è importante questo aspetto?

Perché la nostra vuole essere una manifestazione inclusiva da tutti i punti di vista. Quindi vogliamo che possano partecipare senza disagi anche le persone disabili. Il Pride non è solo rivolto alla comunità Lgbt, da qualche anno raccoglie molte più battaglie. Parliamo e ci occupiamo, ad esempio, anche delle tematiche legate ai corpi non conformi, alla disabilità e all’ambiente. Quest’anno avremo interpreti Lis per i non udenti, ma anche “zone morbide” in cui potersi isolare dalla calca o dal rumore.

Il Pride, dicevamo, è politica. Quali sono le priorità oggi?

Innanzitutto sarebbe già un passo avanti veder applicate davvero alcune delle leggi che già abbiamo a tutela delle persone. Il fatto che spesso le denunce cadano nel vuoto, ad esempio, è un problema. Penso ad esempio alle norme che tutelano sul posto di lavoro: belle sulla carta, troppo spesso lettera morta nella pratica. Chiediamo allo Stato di prevedere un’ulteriore formazione per il personale delle forze dell’ordine e degli uffici pubblici a proposito delle questioni di genere.

Insomma, al netto di colori e provocazioni, i temi sono numerosi ed estremamente seri.

Certo, come sempre. So che i detrattori spesso tirano fuori la questione “carnevalata”, in realtà è tutto molto semplice: ci sono tanti modi di manifestare. C’è chi insulta, chi sceglie toni arrabbiati, chi porta in piazza il forcone, chi usa i fischietti, la nostra comunità invece sceglie di manifestare portando in piazza più colori possibili. I colori e la bandiera arcobaleno non sono casuali, sono storicamente simbolo delle rivendicazioni della comunità contro le discriminazioni subite nel mondo.

A livello biellese com’è la situazione?

Apparentemente può sembrare positiva, in realtà è difficile dirlo, perché non abbiamo statistiche. La sensazione è che si viva ancora in un clima omertoso. Anche per questo sono nati i nodi antidiscriminazione, per dare alle persone dei riferimenti ai quali presentare istanze e segnalazioni anche in forma anonima. C’è una persona incaricata anche in Provincia. In generale è vero che magari non assistiamo a grossi episodi di violenza, ma questo non significa che sia un’isola felice. Ci sono tanti tipi di discriminazione, dalla “risatina” o dalla parola pronunciata per strada in su. La verità è che tante persone ancora oggi tendono a “nascondersi”, per evitare problemi o disagi.

Un’ultima domanda: a chi è aperta la manifestazione?

Noi invitiamo a partecipare chiunque ne abbia voglia, senza distinzioni, anche chi pensa che viviamo già in una società perfetta. Perché magari, ascoltando gli interventi che scandiranno le varie tappe del corteo, potrebbe anche comprendere di più, o meglio, e forse perfino ricredersi.
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6 Commenti

1 Commento

  1. Aldo

    8 Settembre 2024 at 11:36

    non capisco xché sfilano con uno striscione dei Partigiani.

    • simone

      8 Settembre 2024 at 13:55

      perché sono comunisti!
      e pur di recuperare i voti perduti fanno alleanze ovunque e cercano di accaparrarsi chiunque….
      è e sono una vergogna x tutti!!!
      viva la normalità!!!

      • Aldo

        8 Settembre 2024 at 15:15

        hai pienamente ragione

  2. Ardmando

    8 Settembre 2024 at 18:07

    Un tempo era il Circo Orfei a portare alla ribalta lo spettacolo circense. Oggi ci pensa questa manifestazione, che non diverte nessuno ma riempie di amarezza.

  3. albert

    9 Settembre 2024 at 9:05

    c’è già l’elenco completo delle strade bloccate? Spero siano in pochissimi così non romperanno le scatole a chi deve farsi i fatti suoi…

  4. ernesto trismegisto

    9 Settembre 2024 at 10:10

    L’orlo del precipizio per la razza umana…

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