Attualità
Biella città ricca, vecchia e isolata
BIELLA – Ricca, inerte e vecchia, così Biella viene immortalata nella classifica annuale del Sole24Ore sulle province italiane. Tra le 107 analizzate, Biella è seconda per ricchezza e consumi; un dato che sarebbe incoraggiante se non fossimo ultimi per le nuove iscrizioni delle imprese, oltre la metà della classifica per cultura e scolarizzazione e i più vecchi d’Italia.
La proverbiale operosità biellese non viene più rilevata, di essa rimane solo la ricchezza accumulata dai vecchi imprenditori, i cui eredi, hanno smesso di intraprendere, cullati da cospicui capitali, in un contesto indebolito dal basso tasso di istruzione, che non incentiva le idee e le innovazioni.
L’isolamento atavico, un tempo segno distintivo della propria specialità industriale, aggrava questo scenario e un territorio ben amministrato avrebbe il dovere di potenziare gli aspetti più deboli del proprio contesto, con una prospettiva ampia.
Le strade sono una nostra fragilità e, sebbene con la giunta Chiamparino fossimo riusciti a reperire i fondi di 200 milioni per completare la Pedemontana per avere finalmente uno sbocco autostradale (ricordo bene le battaglie!), l’attuale governatore Cirio già un anno fa aveva esplicitato la sua contrarietà.
I presidenti delle tre unioni industriali hanno fatto bene, seppur tardivamente, a sollecitare la concretizzazione di un progetto tanto agognato. Non occorre però invocare un commissario ad acta: è Cirio che deve convincersi della priorità dell’opera. Potrebbe avvalersi persino del nutrito plotone dei parlamentari biellesi, che comprende oltretutto, non scordiamoci, una ministra adottiva biellese, per accelerare un progetto pianificato, volutamente insabbiato, con un cronoprogramma delineato e presentato a Biella anche dal sottoscritto. Le rappresentanze politiche di maggioranza e minoranza locali dovrebbero farsi sentire, sostenendo la chiamata dei tre rappresentanti del mondo imprenditoriale.
Il nostro sviluppo passa per le vie di comunicazione stradali, ferroviarie e digitali. Quando si smette di crescere, si inizia a morire, e sapere mestamente chi ringraziare non è una grande consolazione.
Vittorio Barazzotto
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S MARCO
21 Dicembre 2020 at 17:54
che palle ragazzi….torna nel sarcofago