Attualità
«Basta con i bus inadeguati, scomodi e pericolosi»
La segnalazione di un lettore, ormai esasperato
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«Basta con i bus inadeguati, scomodi e pericolosi». Una lettera dalla valle di Mosso segnala una situazione che crea disagio soprattutto ai pendolari. La pubblichiamo con una breve replica di Atap in coda.
«Basta con i bus inadeguati, scomodi e pericolosi»
Il problema della linea 300 Valdilana-Trivero, che parte alle 14.22 da San Paolo, non è nuovo. Già all’inizio dell’anno scolastico, i pendolari erano costretti a viaggiare stipati, senza spazio per respirare. La situazione sembrava migliorata, con qualche difficoltà, ma almeno tutti riuscivano a salire. Tuttavia, nelle ultime settimane, con l’introduzione di un autobus inadeguato, il problema è peggiorato. L’autobus arancione alimentato a metano, pensato per il trasporto urbano, viene ora utilizzato su una tratta extraurbana lunga e tortuosa. Molti ragazzi viaggiano in piedi, mentre la sicurezza viene ignorata. Ogni giorno, studenti e lavoratori affrontano un viaggio scomodo e pericoloso, in un mezzo ormai sinonimo di disagio. La linea 300, che collega Biella con Valdilana, attraversa strade tortuose, con curve e salite ripide che rendono ogni viaggio stressante.
Un autobus inadatto: 30 seduti, 50 in piedi, zero sicurezza
L’autobus, ha una capienza di circa 30 posti a sedere, ma viene utilizzato per trasportare fino a 50 persone in piedi. Una scelta illogica, considerando il tipo di percorso. Questo mezzo è instabile e privo di cinture di sicurezza, aumentando i rischi per tutti i passeggeri. In caso di frenata improvvisa o incidente, le persone in piedi verrebbero sbalzate senza protezione. Se già prima il viaggio era difficile, ora il disagio è aumentato. I pendolari, soprattutto studenti, devono affrontare ogni giorno una “corsa al posto”, cercando di sedersi per evitare di viaggiare in piedi fino a Trivero, un tragitto che dura più di un’ora. Inizialmente si pensava che l’uso di questo autobus fosse temporaneo, magari dovuto a un guasto o a una carenza di mezzi più adatti. Invece, da quasi tre settimane, continua a essere impiegato. Una decisione che sembra motivata solo dal risparmio, senza alcuna attenzione alla sicurezza o al benessere dei cittadini.
Perché non si interviene? La Provincia di Biella deve agire
La responsabilità del trasporto pubblico locale spetta alla Provincia di Biella, che insieme ad Atap dovrebbe garantire un servizio efficiente e sicuro. Tuttavia, da settimane non si registra alcun intervento concreto per migliorare la situazione. Come è possibile che i pendolari continuino a essere trattati in questo modo senza che chi di dovere intervenga? Quanto ancora dovremo aspettare prima che venga preso sul serio il rischio che questi mezzi rappresentano? Non possiamo attendere che si verifichi una tragedia per capire l’importanza di un trasporto pubblico sicuro.
Il servizio di trasporto pubblico deve rispettare quanto previsto dal decreto legislativo 422/1997. Che stabilisce l’obbligo di garantire un trasporto sicuro ed efficiente. E deve seguire il Regolamento numero 1370/2007, che impone alle autorità locali di vigilare sulla qualità dei servizi pubblici. Inoltre, l’articolo 172 del codice della strada stabilisce che i veicoli destinati al trasporto pubblico devono essere dotati di dispositivi di sicurezza adeguati. Incluse le cinture di sicurezza per i passeggeri seduti. Se poi non vengono utilizzate questo è un altro problema ma almeno ci devono essere. L’uso di un autobus cittadino su una tratta extraurbana rappresenta una violazione di queste norme e mette a rischio la sicurezza di tutti i pendolari.
Un appello ai cittadini: facciamoci sentire! Questa situazione non è più tollerabile. Chiediamo a tutti, e in particolare agli studenti che ogni giorno affrontano questo calvario, di far sentire la loro voce. È il momento di inviare segnalazioni e pretendere un servizio pubblico dignitoso, che non tratti i pendolari come semplici numeri. La sicurezza deve essere garantita, non può essere una concessione. Il trasporto pubblico deve essere un diritto, non una lotta per la sopravvivenza. Non possiamo più aspettare. È il momento di agire.
La risposta di Atap
Risponde il presidente Atap Vincenzo Ferraris. «Siamo a conoscenza del disagio. Ovviamente garantiamo su tutti i nostri bus il rispetto di tutte le normative. E stiamo lavorando per cercare di riportare al più presto su quella tratta il tipo di mezzo che abbiamo sempre impiegato.
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