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Barbera,un esempio per il Biellese

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Tanti soldi, poca sanità

Ci sono persone che sanno far parlare di sé ed altre che si mettono al servizio della missione che sono chiamati a compiere, esaltando il lavoro degli altri. Si parla molto in questi giorni di un biellese, Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra del Cinema di Venezia, per essere riuscito ad organizzare un evento di portata mondiale, a beneficio di uno dei settori che ha risentito di più del Covid.

Non ha agito con incoscienza, ha adattato l’evento alla necessità attuale, senza ingaggiare roboanti task force: prenotazioni per assistere alle proiezioni, sistemi di tracciamento in caso di eventuali casi positivi, tamponi preventivi per gli ospiti che arrivano da zone più a rischio, mascherine e distanziamenti interpersonali.

Per una volta i riflettori della stampa internazionale non sono solo puntati sulle star che sfilano sul red carpet, ma in particolare su questa magistrale organizzazione, che funge da laboratorio per testare un nuovo modo per rivivere la cultura e lo svago.

Nel rispetto di tutte le regole e i protocolli con cui da mesi dobbiamo fare i conti. Una gestione così precisa che ha consentito di focalizzare l’attenzione sul tema della manifestazione, il cinema, e non più sul rischio di contagio dei tormentati assembramenti da movida.

In una Biella sempre più provinciale e avvitata su loghi ed eccessivi personalismi, un uomo di sostanza che sa far emergere l’istituzione che rappresenta, senza autocelebrarsi, è un modello a cui tendere. Il biellese avrebbe bisogno di tanti Barbera, che più che raccontarsi e ripetersi, dedicano anima e corpo all’impresa che affrontano con intelligenza, visione e professionalità. Il parlare di loro, dopo, nel mondo, non è nient’altro che una naturale conseguenza del lavoro svolto.

Vittorio Barazzotto

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