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Arrivano dagli Stati Uniti per conoscere le origini della famiglia

Lawrence John Gaia e la moglie Paulette Kadis vivono vicino a Cleveland in Ohio

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Arrivano dagli Stati Uniti per conoscere le origini della famiglia. Incontriamo in città Lawrence John Gaia, con la moglie Paulette Kadis Gaia (Pixie). Sono turisti americani che tornano “a casa”, a Cossato, per conoscere la terra d’origine della loro famiglia.

Non parlano una parola di italiano. Anzi no, dicono: “Buongiorno, grazie“. Il loro americano però è pulito, ben comprensibile. Parlano, come si dice, senza patata in bocca.

Arrivano dagli Stati Uniti per conoscere le origini della famiglia

Lawrence, porti un cognome italiano, Gaia. Di quale paese sei originario?

I miei nonni erano di Andorno Micca, frazione Locato, e della Colma, in Valle Cervo. Si conoscevano fin dall’infanzia, poteva essere intorno al 1900. Credo che mia nonna abitasse vicino alla chiesa di San Pietro e Paolo, in via Bonesio ad Andorno. Mio nonno invece era nato alla Colma, o forse a Locato. Non so come si siano incontrati. Credo che mio nonno e suo padre lavorassero entrambi nella fabbrica di cappelli “Barbisio”, azienda in cui erano impegnati anche il padre e il fratello di mia nonna. Forse si erano conosciuti in quella circostanza.

La sorella di mio nonno era emigrata negli Stati Uniti e viveva a Youngstown, in Ohio, con il marito e i figli. Mio nonno l’aveva raggiunta all’età di vent’anni, nel 1913. Si era stabilito in una piccola città mineraria in Pennsylvania, ai piedi della catena montuosa degli Appallachi e spesso mi diceva che quelle montagne gli ricordavano le sue di casa ad Andorno. Inizialmente nonno aveva lavorato nelle miniere di carbone, in seguito era diventato direttore e infine proprietario dell’hotel di quella piccola città. Aveva prestato servizio nell’esercito americano in Francia durante la Prima guerra mondiale e in seguito, dopo il suo congedo dall’esercito, era diventato cittadino statunitense.

Prima di lasciare Andorno, nel 1913, aveva promesso alla nonna che l’avrebbe “mandata a chiamare” dagli Stati Uniti per sposarla. La guerra aveva ritardato il loro programma, ma nel 1920, nonno le aveva mandato i soldi per emigrare e lei era salpata da Genova per New York City. Si erano incontrati a Ellis Island e si erano sposati lo stesso giorno. I miei genitori sono nati entrambi in Pennsylvania. Abbiamo vissuto lì fino all’età di 4 anni, quando mio padre per lavoro era stato trasferito a Cleveland, in Ohio. Vivo nelle vicinanze della città con la mia famiglia dal 1956.

Cosa pensi del territorio Biellese che stai visitando?

Sono stato già qui con mia moglie a settembre del 2023 e ci siamo tornati quest’anno con il figlio e la figlia, con la sua famiglia. Stiamo visitando molte località che sanno di casa, ad Andorno Micca, a Cossato, alla Colma e a Candelo, in cui vivono i miei cugini. Siamo stati al Santuario di Oropa, a Masserano, a Campiglia Cervo, a Piedicavallo, al Piazzo, ai giardini Zumaglini e nei quartieri limitrofi, di Biella.

Siamo rimasti colpiti dall’ospitalità e dalla cordialità della gente, dalla bellezza della Valle Cervo, delle montagne e della campagna, nonché dall’importanza degli edifici.

I biellesi sono tendenzialmente polemici, poco innamorati della propria terra. Senti di poter dire qualcosa al riguardo?

Delle mie due visite sono sopraffatto dalla bellezza che incontro nel territorio e per l’umanità delle persone. Spesso mi chiedo: “Perché i miei nonni hanno lasciato questo posto meraviglioso per andare in America?”. La mia vita è negli Stati Uniti, ma parte del mio cuore è in Valle Cervo, per la bella esperienza. A voi Biellesi posso soltanto dire che siete fortunati a vivere qui. Sono invidioso della ricchezza che avete.
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