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Animali esotici, bisogna denunciarne il possesso:

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Nell’ottica di una campagna di sensibilizzazione faunistica, i carabinieri forestali ricordano che è ormai imminente la scadenza per la denuncia di detenzione di esemplari delle specie considerate aliene e invasive, descritte nel Decreto Legislativo 230/2017. Tra queste, sono comprese la testuggine palustre americana Trachemys scripta e alcune specie di scoiattoli. Le testuggini palustri americane sono le comunissime tartarughine d’acqua, quelle con le guance di colore arancione o giallo, che si potevano acquistare per pochi euro nei negozi per animali o alle fiere. Altre specie sono meno comuni ma comunque diffuse, tra queste, ad esempio, lo scoiattolo grigio, che fino a qualche tempo fa veniva comunemente venduto nei negozi di animali.

In base alla normativa, la cui finalità è quella di tenere sotto controllo le specie che possono avere un forte effetto negativo sulla fauna nostrana e sull’ambiente, i proprietari hanno tempo fino al 31 agosto 2019 per fornire la comunicazione di possesso al Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare.

La denuncia di possesso è obbligatoria, ma molto semplice e gratuita. È sufficiente compilare, eventualmente con l’aiuto del proprio veterinario, il modulo reperibile sul sito del Ministero dell’Ambiente – raggiungibile comodamente anche attraverso la scansione del QR code replicato nella foto – e inviarlo al Ministero secondo le modalità indicate sul modulo stesso. L’attestazione dell’invio, tramite PEC, fax o raccomandata, autorizza automaticamente il proprietario a continuare a detenere il proprio animale da compagnia.
L’omessa denuncia prevede una sanzione amministrativa che va da un minimo di 150 a un massimo di 20mila euro.
«Si raccomanda vivamente di non disfarsi degli animali, sopprimendoli o semplicemente abbandonandoli in natura – sottolineano i carabinieri forestali -, ciò causerebbe, in virtù della elevata capacità di riprodursi, un potenziale rischio di ampia diffusione, con danno alla fauna e alla flora dei nostri territori e, non ultimo, il rischio di pesanti sanzioni pecuniarie e penali».

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