Attualità
Andrea e Geta raccontano le loro origini cucinando
La storia di una coppia di ristoratori biellesi, originaria dell’Umbria e della Romania
Certamente puntare sulle nostre qualità permette di differenziarci, di realizzare sogni, facendo delle nostre origini un vanto. Per Andrea e Geta – Andrea Archetti, 58 anni, e Geta Nistor, 55 – la filosofia vale anche in cucina, nulla come i sapori riconducono a casa, quando la vita ci porta lontano.
Andra e Geta cucinando raccontano le loro origini
«Fin da quando ero ragazzo amavo i buoni vini – spiega lui -. Mi ero appassionato al mondo del mixology e dei cocktail. Frequentavo l’enoteca e la cucina di un vecchissimo enologo della mia città, di Terni, in Umbria. È stato con lui che ho imparato a preparare piatti in modo semplice, puntando al gusto e agli abbinamenti migliori. In seguito, viaggiando per lavoro – nella vita sono stato impiegato nel settore farmaceutico, ricerca e marketing – ho scoperto il variopinto mondo della ristorazione. Ogni volta, tornando a casa, mi mettevo ai fornelli e riproducevo l’esperienza che avevo fatto».
«Ho iniziato a fare pizze più di vent’anni fa, come si fa nella vita, per mestiere – racconta Geta, originaria della Romania -, poi me ne sono innamorata e ho iniziato a sperimentare combinazioni di impasti e ingredienti. Quando poi ho incontrato Andrea, ho capito che il sogno che condividevamo, di possedere un locale nostro, poteva realizzarsi».
L’inizio della nuova avventura a Mottalciata nel 2022, coniugando le loro tradizioni all’originalità
È stato così che nel 2022, nel piccolo borgo di Mottalciata, accanto alle prime risaie e alle ultime colline, dirimpettai al municipio, hanno avviato “Gean Pizza e Bistrot” in via Martiri della Libertà 20, proponendo pizza, cucina tipica rumena e umbro-romana. «Abbiamo preso coraggio, lasciato gli impegni precedenti e unito le competenze – spiegano ancora -. Puntiamo alle proposte culinarie che si rifanno alle nostre origini. Idee golose, novità, che trovano riscontro sul territorio biellese. Proponiamo il sarmale, involtini con carne e riso, in foglia di verza o di vite, popolarissimi in Romania. Assomigliano ai locali caponit, ma non sono fritti e occorre una cottura lunga e lenta. Nascono da famiglie contadine, dalla necessità di sfamare. Oggi, da noi, chiaramente arrivano in tavola ricette alleggerite, digeribili. Sono richieste le ciorba, le zuppe con la carne, che non sono minestre. La ciorba de burta è a base di trippa e piace agli uomini, anche italiani. Un altro piatto famoso è il mici – pronuncia micc – polpette di carne macinata con condimenti come il prezzemolo selvatico, che dà un profumo unico».
Andrea e Geta si adeguano ai palati, ma realizzano i piatti da ingredienti e ricette originali. «I nostri ospiti amano la pasta alla norcina, di cui abbiamo ideato anche la pizza, di cui esistono due varianti, come anticamente: quella dei ricchi, in cui si mettono la salsiccia e il pecorino romano dop e la versione povera dei monasteri, in cui siccome formaggio e salsiccia erano un lusso, li si sostituisce con i funghi, che abbondavano nei boschi. C’è poi la variante alla francescana, molto simile. Il pesce arriva in tavola su ordinazione, sempre alla ricerca della freschezza. Il nostro punto di forza è soddisfare le richieste dei clienti. A volte si stupiscono di tanta disponibilità, ma è il servizio che noi vorremmo e che di conseguenza offriamo. La prenotazione è necessaria perché i piatti non sono necessariamente complicati, ma richiedono accortezze. Ci sembra delizioso proporre sapori di casa a chi vive lontano dalla famiglia, dalla Romania, dal Lazio e dall’Umbria».
«Ci siamo per la colazione, con cornetti farciti al momento, per l’aperitivo e il pranzo, con proposte per lavoratori e servizio di pizzeria dal mercoledì, con ampia scelta di birre – concludono Geta Nistor e Andrea Archetti -. Nel fine settimana il menu è alla carta. Siamo chiusi il martedì, ma siamo a disposizione per feste e ricorrenze. Ci trovate al 331.2090062. Abbiamo uno spazio dedicato ai bambini e il merito dell’idea è della figlia, che essendo mamma, sa quanto è importante creare respiro per i genitori».
Anna Arietti
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