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Anche Biella piange Philippe Daverio

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È morto Philippe Daverio, critico d’arte, gallerista, docente, “civil servant”, scrittore, divulgatore. Era nato nel 1949 a Mulhouse, in Alsazia, che considerava il crocevia dell’Europa, da padre italiano. Poliglotta, parlava quasi tutte le lingue europee. Si trasferì a Milano intorno al Sessantotto, che fece a modo suo, sfilando nei cortei con il papillon: già da giovane il suo modo di vestire eccentrico lo distingueva dai conformismi. Non prese mai la laurea ma trovò presto la sua strada aprendo una galleria d’arte che divenne in breve tempo una delle più importanti della città, subito protagonista dei corsi e ricorsi del gusto, per esempio nella rivalutazione dell’arte italiana del Novecento, compresa quella di epoca fascista.

Sapeva creare suggestioni acute e mai banali, uomo di grandissima cultura in campo storico e artistico celebre anche per le sue lectio magistralis che lo hanno portato a scalare la classifica dei più grandi divulgatori e pensatori contemporanei.

Così l’assessore regionale alla Cultura, commenta la scomparsa del celebre storico e critico d’arte Philippe Daverio.

L’inflessione tradiva le sue origini francesi ma era innamorato dell’Italia tanto da definirsi lui stesso un super italiano. Lascia questa vita terrena un grande intellettuale e un uomo di grande intelligenza, che utilizzava anche l’ironia come strumento per divulgare il sapere.

A Biella e nel Biellese era molto conosciuto, sia per la Mostra sulla lana sia per recente programma Muagg – Il museo aggratis, rubrica di “Striscia la Notizia” dove nel corso della puntata del 5 marzo scorso, aveva definito il Ricetto “un’altra opera architettonica che merita di essere vista”.

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