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All’Itis di Biella si sono ritrovati i chimici diplomati nel 1963-1964

Tante curiosità e aneddoti per gli studenti di allora

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All’Itis di Biella si sono ritrovati i chimici diplomati nel 1963-1964

All’Itis di Biella si sono ritrovati i chimici diplomati nel 1963-1964

Tornare nel proprio Istituto sessant’anni dopo la maturità per visitare – guidati dal preside Tiziano Badà – aule didattiche e laboratori e condividere con gli antichi compagni di scuola una giornata all’insegna dei ricordi. É quello che hanno fatto, venerdì 8 novembre, i diplomati del corso di Chimica dell’anno scolastico 1963-64.
Anima del gruppo di ex allievi è Ferruccio Cossutta, che dell’iniziativa è il promotore e che ha sempre tenuto i contatti con i vecchi compagni di corso: “Era davvero una classe numerosa la nostra – esordisce Cossutta –, formata da 32 allievi. Essendo un istituto assai rinomato, l’Itis attirava studenti da tutta l’Italia centrosettentrionale; nella nostra quinta, ad esempio, vi erano toscani, valdostani, lombardi e liguri, che trovavano alloggio al Convitto dei Fratelli delle Scuole cristiane o al Convitto salesiano. Naturalmente fa molto piacere constatare che molti di essi sono riusciti ad essere presenti anche oggi.”
Per alcuni di questi ex allievi è stato un ritorno a distanza di decenni, ma per altri si è trattato di rientrare in Istituto dopo averlo lasciato in tempi più recenti: è il caso dello stesso Cossutta e di Giovanni Chilà, che dopo il diploma sono entrati all’Itis come docenti di Chimica, percorrendovi tutta la propria carriera professionale.
Particolare emozione ha destato presso i visitatori l’opportunità di toccare con mano le prove di quell’esame di maturità che li aveva visti protagonisti sessant’anni or sono nella veste di candidati. E poi gli antichi registri – anche questi, come i compiti, prelevati per l’occasione dall’Archivio della scuola – con i voti di ognuno e le firme dei docenti. Inutile dire quanti aneddoti sono scaturiti dalla consultazione delle antiche carte, così come il ricordo, in particolare, per la professoressa Villata: “Non solo una preparatissima docente di Lettere, ma una persona straordinaria – afferma Paolo Fiorina –, che ha dedicato all’insegnamento tutte le sue migliori
energie, conquistandosi da subito la nostra stima.”

Aneddoti curiosi

Piuttosto goliardico l’aneddoto narrato da Ferruccio Cossutta: “A quei tempi – racconta l’ex allievo – era consuetudine che i diplomandi di ogni corso esponessero nei negozi di via Italia un manifesto (più o meno elaborato) contenente i propri ritratti fotografici. Essendo dei chimici, avevamo disegnato l’atomo dello zolfo, che essendo costituito da 16 elettroni e altrettanti protoni, ben si prestava ad ospitare le fotografie dei 32 allievi della classe. E alla nostra destra, in basso, avevamo voluto ricordare pure il preside e i professori, ma a modo nostro: per questo, le immagini dei loro volti avevano trovato collocazione nella molecola del β-metilindolo, un metabolita prodotto dall’intestino il cui odore è facilmente immaginabile. Autore della grafica – una vivace policromia realizzata con colori a olio – ero proprio io e, per non incorrere nelle ire dei docenti, avevo firmato l’opera con lo pseudonimo di Geronimo Flipôt.”
Ma, caratteristiche di quegli anni ormai lontani, furono anche la nascita del movimento studentesco, l’impegno politico e le lotte per consentire ai diplomati degli Istituti tecnici di iscriversi all’Università (quelle poche che consentivano l’accesso) senza dover affrontare ulteriori esami dopo la maturità. “E noi dell’Itis facemmo la nostra parte – conclude Massimo Machetto – con manifestazioni, scioperi e l’invio a Roma di delegazioni per far pressione sui politici. Una lotta dura, ma coronata da successo, perché l’allora ministro dell’Istruzione Luigi Gui, forse sollecitato dal più illuminato Aldo Moro, fu costretto a cedere, garantendo così alle
classi meno abbienti una reale estensione del diritto allo studio.”
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