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“Al Cerino Zegna nessuno muore solo come un cane”

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Pubblichiamo la lettera del dottor Roberto TERZI il Direttore Sanitario RSA Cerino Zegna

Mia madre é morta sola come un cane in RSA.” Cosi scriveva una figlia sul giornale. 

Questo mi ha fatto riflettere come Direttore Sanitario di RSA. Davvero per combattere un essere microscopico, senza neanche la dignità di rappresentare una cellula, abbiamo peccato di disumanità per tutelare una comunità fragile blindandola integralmente proibendo ai parenti e ai volontari l’accesso ,proibendo l’aggregazione ludica collettiva abbiamo violato i principi elementari della dignità umana? Allora ho ripercorso le tappe di quest’ultimo mese per capire se avevamo sbagliato. Siamo in guerra si diceva, ma la guerra prevede almeno due nemici che hanno ciascuno uno scopo ma quale scopo ha un virus se non la sua irrazionale replicazione all’infinito. Allora non siamo in guerra ma come in guerra. Questo vuol dire che il singolo attenua i suoi diritti per tutelare se stesso e la collettività. Ma allora é giustificato morire soli come un cane? Ma davvero é successo oppure risulta una visione distorta di una apparente realtà. E vero abbiamo blindato tutto ma non abbiamo mai negato l’informazione e quando il tempo ci é stato concesso non si è negato l’accesso eccezionale ai parenti ben protetti dalla testa ai piedi. Non sempre però il tempo ce l’ha concesso, qualcuno direbbe “il buon Dio”, perché questo essere incompleto ha ribaltato in alcuni casi repentinamente la situazione creando una criticità nel soggetto fragile con rapida evoluzione verso l’exitus come diciamo noi. Ma allora chi é rimasto a dare il conforto in tutti quei momenti in cui tutti lo vorremmo? Le nostre sentinelle professionali ossia gli Operatori Sanitari che conoscono la persona, che si occupano dei suoi bisogni anche più profondi, che analizzano e scrivono nei diari di servizio le agitazioni più intime che dall’esterno non si vedono e che non solo si scrivono ma vengono fatte proprie dal personale del turno successivo. Tutto viene monitorato discusso e attuato. L’empatia domina il tutto dall’analisi alla sintesi. Cara figlia legga se vuole questi scritti che riguardano sua madre e scoprirà che in RSA non solo non si è mai soli ma anche non si muore mai soli. L’ultima carezza non ha potuto farla Lei e me ne dispiace ma qualcuno l’ha fatta e non era quella di un estraneo

A conclusione di questa riflessione riporto quanto ci ha scritto la parente di un’opsite: 

“Buongiorno, sono Elena Cola, cugina di Faustina Marengo, ospite della Residenza Maria Grazia di Lessona dallo scorso luglio. 

Purtroppo, mia cugina, lunedì scorso, non ce l’ha fatta. Nonostante il dolore per la perdita dell’amata Faustina, sono serena, perché soprattutto in questi ultimi mesi, in cui il suo fisico e la sua mente sono purtroppo andati sempre più decadendo, ho trovato nella Direzione, nell’Amministrazione ma soprattutto in tutto il personale della struttura (Oss – infermiere/i – la Signora Anna) tanta attenzione, disponibilità, pazienza, cura, calore umano, elevata professionalità che hanno fatto sì che Faustina si sentisse a casa. 

So quanto sia difficile lavorare con le persone anziane ed in particolare con quelle più fragili, ma alla Residenza Maria Grazia ho sempre trovato un sorriso, un incoraggiamento, ho incontrato persone che fanno del loro lavoro una missione. Quanta dedizione nel rapporto con gli ospiti, serietà, professionalità ma soprattutto dolcezza e passione; sono doti che non si acquisiscono, sono innate. Con quanta cura mi è stata consegnata la salma di Faustina…Il vestito migliore…il rosario tra le dita…. i capelli ben ravviati…..Sono attenzioni che non dimenticherò…. Non potendo farlo di persona, utilizzo lo strumento multimediale per ringraziare di cuore tutti, nella speranza di poterlo fare presto di persona. Buona vita a tutti/e Grazie ancora 

Elena Cola” 

Dr. Roberto TERZI il Direttore Sanitario RSA Cerino Zegna

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