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Agosto andiamo è tempo di migrare…

Sale & pepe la rubrica di Luigi Apicella

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Agosto andiamo, è tempo di migrare. Non voglio citare a sproposito D’Annunzio – il mese era settembre – con la celeberrima poesia i Pastori, poesia che mi ha sempre affascinato per una certa vicinanza alla mia adolescenza “di campagna” e di contatto con il mondo contadino in quel di Tramonti.

Non me ne voglia il Vate se anticipo di un mese, e non solo a causa del logorio della vita moderna che ci impone nuovi ritmi, e nuove abitudini, nuovi linguaggi. Ma oggi tutto “gioca d’anticipo”, dalla campagna elettorale entrata prepotentemente nelle vacanze degli italiani (per chi è riuscito a permettersi qualche giorno) come mai sino ad ora, al foliage autunnale di certi alberi causa anche un’estate di caldo africano e siccità quasi senza precedenti.

E sarà forse per questa “volontà” di anticipare i tempi che in certi lido vacanzieri di questa estate 2022 si è verificato il boom di panettoni artigianali di Ferragosto? Per non parlare di alcuni ipermercati che hanno cavalcato questa onda “anticipatoria” proponendo ai propri clienti un offerta scontata del tipico dolce natalizio. Dovremo forse abituarci all’idea di un Natale tutto l’anno?

Forse, ma non di certo a Biella, dove si preferisce al solito stare alla finestra piuttosto che giocare d’anticipo cercando valide soluzioni – anche fuori dagli schemi – al nostro essere sempre uguali a noi stessi. Ma non eravamo noi la città creativa Unesco? Di quel titolo cosa rimane oggi? Il nostro Biellese pare essere un territorio in totale “discesa libera”, rispetto ad altre realtà provinciali piemontesi: mancano idee, non ci sono eventi di richiamo e quando una tantum ce ne sono – come nel caso del concerto di Gigi D’Alessio a Biella a novembre – ti cadono le braccia nel vedere il modo in cui primo cittadino e assessori di riferimento lo promuovono su social e carta stampata.

Certo nessuno nasce imparato, tuttavia è dai dettagli, dalle sfumature che ti rendi conto che qui, oltre un certo limite, non puoi andare… A Biella poi – per giocare d’anticipo – manca anche un po’ di serenità, quella che un ente locale dovrebbe sempre garantire ai suoi cittadini e che invece, qui in città pare essere un ingrediente più unico che raro. Questo non aiuta di certo gli stati d’animo, la voglia di fare di chi non si arrende, nonostante una politica sempre più generica e generalista, pronta ad ogni tipo di giochetto verbale per accalappiare voti che si traducono – nel migliore dei casi – ad osservare il territorio in caduta libera senza riuscire mai ad anticipare.

Ciò che conta sono i sondaggi, il posto fisso pubblico, lo stipendio assicurato. Per i problemi irrisolti da decenni la colpa è sempre di qualcun altro che c’era prima e che non ha voluto, saputo fare. Faccio un esempio: se concretamente si torna a parlare di salario minimo garantito, perché non anticipare i soliti dibattiti sul pro e contro tale provvedimento rimettendo mano al tema dei voucher per alcuni settori, magari anche con costi più elevati, in modo da garantire ai nostri giovani di entrare con dignità nel mondo del lavoro? Lo dico da addetto ai lavori, da imprenditore da anni nel settore della ristorazione.

Lo dico con un pizzico di rammarico: se qui a Biella si deciderà di continuare ad osservare anziché anticipare qualcosa non ci resterà che immedesimarci in quei pastori dannunziani, esuli, costretti a migrare dalle loro amate montagne alla fine dell’estate. Anzi, visti i tempi, già a partire dal mese di agosto…

Luigi Apicella

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