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A luci spente

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Via Italia rappresenta l’epicentro dello stato di abbandono che pervade Biella.
Forse per questo l’assessore comunale al commercio ha richiamato i proprietari dei tanti immobili sfitti di via Italia, chiedendo loro lo sforzo di riaccendere le luci delle vetrine, in nome di un invocato decoro per la città.
Pretendere maggior cura da un proprietario di un negozio che ha preso la sofferta decisione di chiudere, risulta oggettivamente poco attuabile.
Negli anni in cui ero sindaco e, prima ancora, con la giunta Susta, tentammo di coinvolgere i grandi nomi dell’industria locale per sostenere l’immagine del centro, attraverso l’allestimento di spazi espositivi che fungessero da “attrattori” turistici e che evitassero l’effetto demoralizzante della desertificazione urbana.

Negli anni solo due aziende hanno avuto questa sensibilità. Per molte infatti il biellese è al di fuori del loro mercato, ma sarebbe bastato un piccolo investimento, quasi impercettibile per i fatturati che producono, per dedicare più attenzione alla città. Identità, senso di appartenenza, orgoglio locale qui non hanno molta presa da qualche decennio.
Nonostante le distanze culturali e politiche che ci separano, auspico all’assessore, in considerazione anche del supporto palesato da molti imprenditori a questa giunta, di riuscire nell’impresa in cui io, i miei predecessori e i miei successori non siamo riusciti, convincendo le imprese più importanti a credere nella propria città.
Una tale scelta darebbe una svolta e accenderebbe un faro sulla città, generando un fortunato indotto; andare a sollecitare un proprietario che ha appena spento le luci, oltre a risultare un po’ patetico e non ravvisarne l’utilità, rappresenta solo un fuoco fatuo.
Vittorio Barazzotto

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