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A Biella c’è chi è maestro a reprimere i sorrisi altrui

Pausa caffè, la rubrica di Giorgio Pezzana

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Bollettino di guerra del fine settimana a Biella. Intanto la notizia della scarcerazione del marito dell’influencer Siu, italo-marocchina residente a Chiavazza, appena uscita dal coma, che sta scatenando polemiche a livello nazionale

Qualcuno mi esorta: scrivi sulla ruota panoramica a Biella, che sta facendo parlare. Altri mi dicono del carnevale appena iniziato ed altri ancora del Festival di Sanremo, che per 26 anni mi ha visto inviato nella sala stampa del teatro Ariston. Ma tutte queste iniziative mi portano ad un solo interrogativo: sappiamo ancora sorridere?

Ed allora il pensiero corre a quel giovane biellese ucciso pochi anni or sono ai Murazzi di Torino da un altrettanto giovane extracomunitario che si era giustificato dicendo “L’ho ucciso perchè aveva un’aria felice”. Ecco, a qualcuno la felicità altrui dà fastidio. Ma non solo la felicità, anche un semplice sorriso. Quello che può recare un allegro giro su di una ruota panoramica da luna park, che qualcuno si è precipitato a condannare perché “sarebbe meglio badare alle strade piene di buche”, senza sapere che tutte le spese di installazione e di funzionamento sono a carico del gestore della giostra che, anzi, al comune di Biella e quindi alla città, paga spazi e servizi.

Altro evento che può portare qualche sorriso è il carnevale, ma che desolazione quella via Italia semideserta mentre le maschere accompagnate alla banda si stavano recando a palazzo Oropa per la tradizionale cerimonia della consegna delle chiavi della città al Gipin. La sensazione è che il carnevale, privato anche del suo rituale “processo del Babi”, interessi un numero sempre più ridotto di persone. Sempre meno gente ha voglia di ridere e di vedere gente che ride.

E che dire del Festival di Sanremo, evento televisivo dell’anno come confermano i dati auditel? Anche qui i soliti borbottii: “Chissà quanti soldi intasca quell’Amadeus”, “Chissà quanto pagano quei quattro cantanti mentre si toglie il reddito di cittadinanza ai poveri”, senza sapere che il Festival di Sanremo si autofinanzia con le sponsorizzazioni e che non solo riesce a coprire le proprie spese organizzative, ma che riesce anche a mettere a bilancio della Rai somme importanti destinate alla gestione di altre programmazioni nel corso dell’anno.

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, diceva un vecchio adagio. Ma, aggiungerei, non c’è peggior depresso di chi vorrebbe reprimere i sorrisi altrui. Ed a Biella in questo c’è chi è maestro.

 

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1 Commento

1 Commento

  1. Pier Giovanni Malanotte

    9 Febbraio 2023 at 12:59

    E ragioni hanno pure tolto quei sorrisi, e quelle risate, che sorgevano dal numeroso pubblico del Teatro sociale durante lo spettacolo del ” Processo del Babi “, ragioni ben espresse a chiare lettere nel libro portante l’intervista effettuata da Giorgio Pezzana a Beppe Pellitteri.

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