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A 81 anni si lancia con il paracadute per la prima volta e adesso non vede l’ora di rifarlo

L’incredibile storia di Noemi Falsini

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a 81 anni si lancia con il paracadute

A 81 anni si lancia con il paracadute per la prima volta e adesso non vede l’ora di rifarlo. «È stata l’esperienza più bella della mia vita, anche se penso che la prossima volta, sapendo cosa mi aspetta, potrò godermela ancora di più».

Non ha dubbi Noemi Falsini, classe 1943, nata e cresciuta nel Biellese, che ad agosto, a 81 anni, ha deciso di farsi un regalo molto speciale. Un volo a 4mila metri da un aereo, buttandosi in caduta libera alla velocità di 200 km/h per un minuto di pura adrenalina.

A 81 anni si lancia con il paracadute per la prima volta e adesso non vede l’ora di rifarlo

Signora Falsini, nella vita ha sempre praticato “sport estremi” o è stata una novità assoluta per lei?

Io sono nata a Zumaglia, dove sono cresciuta, poi mi sono trasferita a Biella. Terminata la scuola di avviamento, sono andata a lavorare come campionarista, prima alla Vitale in via Torino e poi dai Fratelli Bertotto, insomma, una professione “tranquilla”. Il tempo libero, però, l’ho sempre dedicato allo sport.

Io e mio marito Giovanni, che purtroppo è mancato tre anni fa, abbiamo sempre viaggiato e amato la montagna, dallo sci alle escursioni. A circa 46 anni, poi, mi sono innamorata della bicicletta, sport che pratico regolarmente anche oggi. Sempre con Giovanni facevamo lunghi giri, anche se lui ha sempre preferito la pianura, mentre io amo le salite. Ancora oggi vado tranquillamente a Oropa o al Santuario di San Giovanni.

Usa la bicicletta con la pedalata assistita per affrontare quelle salite?

Assolutamente no, quello non è andare in bicicletta per me. Io ho una mountain bike e una bici da corsa che alterno a seconda del tragitto che intendo percorrere. Anche se devo ammettere che la pessima condizione delle strade rende difficile poter usare quella da corsa, ci sono troppe buche.

Tornando al lancio con il paracadute, da dove è nata l’idea di provare?

Sono stati due amici a parlarmene e a convincermi che avrei potuto provare. Mi hanno spiegato che non era necessario avere nessun tipo di preparazione particolare. L’unica mia perplessità era legata a un dolorino al ginocchio, temevo che l’atterraggio potesse in qualche modo essere pericoloso.

Quindi, dopo aver parlato con loro, ha deciso di provarci?

In realtà, se con loro ho iniziato seriamente a pensare di poterlo fare, è stato con la mia amica, nonché parrucchiera, Dany che l’idea si è concretizzata. Lei aveva già fatto un lancio e, quando le ho detto che mi sarebbe piaciuto provare, ha deciso di venire con me. Quindi io, lei e il suo compagno Matteo abbiamo preso accordi con il centro di paracadutismo di Casale e il 19 agosto abbiamo fissato la data del lancio.

E com’è stato?

Avevo già provato a fare parapendio, a volare con l’aliante e persino in mongolfiera… ma questo è completamente diverso. È stata un’emozione indescrivibile. Ci siamo preparati a terra, dove ci hanno spiegato le procedure, poi siamo saliti in aereo. Ecco, a quel punto devo ammettere che mi sono chiesta chi me lo avesse fatto fare. Quando mi sono trovata con il portellone aperto e il vuoto sotto i piedi, ho avuto paura, ma a quel punto non potevo tornare indietro e così mi sono lanciata con il mio istruttore.

Il primo minuto eravamo in caduta libera, una cosa incredibile. Poi si è aperto il paracadute e lì ho finalmente potuto guardare il panorama: uno spettacolo. L’atterraggio, che era la parte che mi preoccupava un po’ per via del ginocchio, è stata una “passeggiata”. Prima ha messo i piedi a terra il mio accompagnatore, poi io… due passi e ci siamo fermati. Tutto perfetto.

E adesso cosa farà?

Un altro salto, è ovvio. Sono sicura che, sapendo già quello che succederà, potrò godermelo al 100% senza nessun tipo di esitazione.
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