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RALLY LANA AMARCORD – Una storia tutta da raccontare

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Dopo la “prova del nove” della Ronde Lana, corsa l’anno scorso per iniziativa di Veglio 4×4 e Bmt Eventi, si torna a parlare di Rally della Lana questo fine settimana, a Biella.

Che i motori e l’automobilismo sportivo siano di casa nel Biellese, lo si può considerare un dato di fatto: anche perché, sapendo cosa c’è in certi “garage”, non si può avere al riguardo il minimo dubbio. Per ovvi motivi, però questo non è di dominio pubblico. E dunque è meglio dare un’occhiata alla storia dell’automobilismo locale: anche in questo caso gli esempi non mancano.

Lo sapevate, per esempio, che Biella è stata per ben due anni sede di una gara di Formula 1? Che qui si è corsa fin dagli anni ‘20 una fra le più belle classiche della salita? Che uno dei più importanti rally italiani è stato il biellesissimo “Rally della Lana”? Bene, adesso lo sapete. Ma c’è dell’altro. Merita infatti di essere ricordato anche il locale Automobile Club, uno dei più antichi d’Italia, fondato da un gruppo d’appassionati “ante litteram”, il 16 febbraio 1913, quando a Biella c’erano “solo” 177 vetture.

E le gare? Fra le tante promosse negli anni, va sicuramente ricordato il “Circuito Cittadino” di Formula 1, in cui si gareggiò due anni consecutivi, il 2 settembre 1934 e il 9 giugno del 1935. In entrambe le occasioni si presentarono a Biella i più famosi campioni del momento: il primo anno vinse Trossi, davanti al compagno di squadra Achille Varzi. L’anno successivo, invece, fu Tazio Nuvolari a tagliare per primo il traguardo.

Oltre al Circuito, esperienza che poi si decise di non ripetere, il Biellese era diventato noto anche per la Biella-Oropa automobilistica: cronoscalate che con alti e bassi è arrivata quasi fino ai nostri giorni. Nel 1950 si iniziò poi a correre il “Circuito delle Valli Biellesi”, una gara mista di velocità e regolarità. Nel 1953 il circuito cambiò nome e si corse così il “1° Rally del Biellese”: la gara, con formule e denominazioni diverse (compreso il ritorno all’originale), si corse, senza soluzione di continuità, fino al 1972. La specialità, però, non decollava. Il motivo? «E’ indubbio che i biellesi non sono portati a corse di regolarità – spiegò l’allora presidente dell’Aci Franco Bocca -. Per natura essi guidano bene e quindi si sentono portati, quasi per innata indole, a corse di velocità».

Gare di velocità? Si provò a correre, fra mille difficoltà, sulla Biella-Pettinengo e si riuscì a disputare per sei volte consecutive (dal 1965 al 1970) la gara in salita Occhieppo-Graglia. Poi più nulla: o meglio, un grande passato, tanti appassionati ma nulla di vivo, di attuale. Ai tempi, a Biella, non esisteva nemmeno una scuderia, una squadra corse. C’era la squadra sportiva dell’AC Biella, che nel 1953 aveva preso il posto della famosa “Scuderia Biellese” (attiva dal 1947 fu prima assoluta, con otto equipaggi arrivati su dieci partiti, alla Mille Miglia del 1951), ma tutto finiva lì. I piloti biellesi erano costretti a correre per altre società (di Novara per esempio o addirittura di Genova) e a vedere scuderie non locali fregiarsi del nome di piloti biellesi (la “Bracco Corse” di Vercelli, per esempio). Finché, nel 1972, grazie al consenso e all’aiuto di molti esponenti dell’AC Biella dei tempi (oltre al presidente Bocca, il direttore Renato Canali e gli esponenti della “Commissione Sportiva” Gigi Mosca, Gualtiero Porta e Diego Carta Fornon) nacque la Biella Corse, sodalizio grazie al quale a Biella, l’anno successivo, si riprese a correre.

Nel 1973, infatti, ancora in versione “gara di regolarità sprint”, venne disputata la prima edizione del Rally della Lana che fu vinta dal beniamino locale, Franco Perazio. Fu una gara poco più che “casalinga”, ma ebbe successo e fu promossa sul campo. Nel 1974, infatti, il “Lana” divenne gara valida per il Trofeo Rallies Nazionali prima zona. E alcuni anni più tardi, grazie a un’organizzazione che ormai non improvvisava più nulla, ottenne il “coefficiente 3” (1976) e l’anno successivo il “4”. Nel 1978 la gara entrò nel calendario internazionale (vinse Federico Ormezzano, che nel frattempo era divenuto uno dei principali protagonisti del Campionato Rally Italiano) e già l’anno successivo erano soltanto sei in Italia le manifestazioni rallistiche più importanti di quella biellese. Nel 1979 l’organizzazione del rally venne affidata a un gruppo ristretto di quattro persone (Federico Ormezzano, Emanuele Gubernati, Renato Genova e Roberto Bologna) con la consulenza del torinese Dante Salvay, da sempre organizzatore di manifestazioni motoristiche di primissimo piano. E le cose continuarono così a migliorare.

Qualche anno dopo (1982), infatti, il “Lana” divenne gara valida anche per il Campionato Europeo e nel 1985 (anno in cui il Lana fu rivinto da Ormezzano) riapparve, per opera dell’AC Biella guidato da Vittorio Bernero, la Biella-Oropa. Com’è noto il Rally della Lana (al quale, nel 2000, anno in cui vinse Piero Liatti, era stata agganciata una prima edizione del Lana Storico) si corse fino al 2001, quando la gara si fermò a causa di un tragico quanto sfortunato incidente. Seguirono anni bui, nei quali, con l’eccezione di qualche gara per fuoristrada (in particolare il Rallye Tout Terrain di Biella), non si riuscì a organizzare più nulla. Fino alla “mitica” edizione 2009 del Lana Storico, tenacemente voluto da un piccolo gruppo di appassionati e accolto con grande favore dal pubblico.

Tornò così a rianimarsi la Biella Corse, che unitamente a Biella Motor Team diede vita a BMT Eventi, il sodalizio che, con il Veglio 4×4, oggi organizza il Rally Lana Storico e la regolarità turistica Valli Biellesi. E da quest’anno, dopo la “prova del nove” dell’anno scorso con la “Ronde Lana”, nuovamente il Rally della Lana.

Massimo Gioggia

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