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Il rugby deve cambiare volto

Domenica a Bologna le elezioni per il rinnovo dei vertici federali: i “biellesi” Musso e Orlandi con il candidato Duodo per contrastare Innocenti

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Il rugby deve cambiare volto. Domenica a Bologna sono previste le elezioni per il rinnovo dei vertici.

Scontata la ricandidatura del presidente uscente Marzio Innocenti, in carica dal marzo 2021. Ma quella che era la sua squadra sta letteralmente perdendo i pezzi. Non sarà facile vedersela con la novità rappresentata da Andrea Duodo, uomo legato alla Benetton Treviso.

Il candidato presidente può contare, tra l’altro, sull’appoggio di due figure di spicco del Biella Rugby. Stiamo parlando di Vittorio Musso, già consigliere federale e per anni numero uno gialloverde (è ancora sponsor), e di Carlo Orlandi, tecnico al quale è affidata la guida degli avanti biellesi.

Il rugby deve cambiare volto

Martedì 30 luglio a Rovigo è stata ufficialmente presentata la candidatura di Duodo e del suo gruppo. Per il quadriennio 2024-2028 intendono promuovere un’idea di rugby basata su lavoro di squadra, competenze e condivisione. Da allora tanti sono stati gli incontri nelle sedi delle varie società, per far conoscere uomini, progetti e idee.

«In questo periodo abbiamo lavorato al nostro programma, cercando di presentare a quante più realtà possibili quelli che sono i progetti – ha spiegato Musso -. Non abbiamo fatto promesse impossibili, non abbiamo parlato soldi, anche perché il bilancio deve essere valutato con attenzione. Abbiamo evidenziato ciò che per noi deve cambiare e quindi il rapporto tra le federazione e i club. La federazione deve essere più vicina alle società, in modo da fare crescere l’intero movimento per raccogliere poi i risultati con la nazionale».

Consigliere uscente, Musso evidenzia cosa non ha funzionato in questi anni. «Non vedo un futuro per il rugby italiano nel caso in cui venisse confermato l’attuale presidente – ha detto -. Come membro del consiglio federale, insieme ad altri “colleghi” abbiamo provato a instaurare un dialogo come una sorta di gruppo di minoranza. Minoranza che non avrebbe dovuto esistere perché l’auspicio era quello di lavorare seguendo una linea comune. Purtroppo non è stato possibile, non c’è stata la disponibilità a un colloquio costruttivo, i contrasti sono stati molti».

La speranza è dunque quella che il vento possa cambiare. Per il bene di tutto il movimento della palla ovale italiana.
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