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«Abbiamo rotto il ghiaccio»
Finalmente… la vittoria. L’Angelico ha conquistato il primo successo, battendo Ferentino e bagnando nel migliore dei modi l’esordio di Mike Hall. Due punti a lungo inseguiti, che hanno premiato la grande prova rossoblù, nonostante la caratura dei rivali. Anche questa volta “Davide ha battuto Golia”.
La parola passa quindi a Massimo Angelico, il numero di Pallacanestro Biella.
Finalmente… la vittoria. L’Angelico ha conquistato il primo successo, battendo Ferentino e bagnando nel migliore dei modi l’esordio di Mike Hall. Due punti a lungo inseguiti, che hanno premiato la grande prova rossoblù, nonostante la caratura dei rivali. Anche questa volta “Davide ha battuto Golia”.
La parola passa quindi a Massimo Angelico, il numero di Pallacanestro Biella.
Allora presidente, finalmente è arrivata la vittoria…
«Fa piacere. Questo successo arrivato in casa, contro una corazzata. E soprattutto in un momento nel quale la società è stata costretta a intervenire per dare la cosiddetta “scossa”. Anche questo ha influito».
Beh, scossa necessaria.
«Bisogna fare un passo indietro. E’ stata presa questa decisione perchè riteniamo questa squadra una buona squadra, molto probabilmente però aveva una sorta di blocco mentale. L’innesto di Hall ha ristabilito equilibri diversi, ha fatto in modo che tutto andasse per il meglio e che anche i compagni potessero esprimere quello che di buono fanno in settimana».
A pagare è stato Jones.
«Spiace ovviamente per Marcel Jones, un professionista serio che, ci tengo a sottolinearlo, si è sempre allenato al massimo. Un buon giocatore, senza dubbio, evidentemente però non sopportava la tensione della gara. Pareva quasi triste e questo suo atteggiamento si rifletteva sui compagni, veniva meno la fiducia. In una categoria come la A2, dove si gioca con due americani, non puoi permetterti di “regalarne” uno agli avversari».
Serviva questa scossa, “chiamata” Mike Hall.
«Quello di Hall era un treno che passa una volta sola e non lo si poteva lasciar andare, bisognava prenderlo. Tanto più che ha passaporto europeo (irlandese, ndr). La situazione si stava deteriorando, il nervosismo stava prendendo il posto dello scoramento. Anche così si spiega il calo di spettatori con Barcellona. Del resto a Biella ci sono due tipologie di tifosi: quelli appassionati che seguono e incitano la squadra anche nelle difficoltà, che peraltro ringrazio, e quelli che vengono al palazzetto per un momento di svago dai problemi e dalla routine e che magari quando le cose vanno male disertano gli spalti. E noi abbiamo bisogno di tutti, perchè Pallacanestro Biella vende uno spettacolo. Tutto questo ci ha portato a prendere la decisione di firmare Mike Hall».
Decisione azzeccatissima…
«Un gran colpo messo a segno da Sambugaro. Il giocatore si è subito inserito al meglio nello spogliatoio, è simpatico, estroverso e ha legato con tutti, ha dato fiducia al gruppo, le facce dei ragazzi sono cambiate. E mi permetto di far notare la grande gestione di coach Carrea per aver fresco nell’ultimo quarto. E’ diventato da subito un punto di riferimento per tutti, specialmente per i giocatori più giovani. Anche se domenica fosse arrivata una sconfitta il cambiamento in positivo ci sarebbe comunque stato perché si è vista la voglia di tutti di lottare, di buttarsi un pallone vagante».
Una battuta sul “caso Raspino”?
«Premetto che non mi sono reso conto di nulla, credo che ci sia stato un grosso malinteso. Nessuno al Forum ha qualcosa contro un ragazzo come Tommaso Raspino, biellese di Valle Mosso, prodotto di Pallacanestro Biella e capitano della nostra vittoria in Coppa Italia. Probabilmente lui sentiva in modo particolare la partita e quel gesto verso i familiari e la fidanzata è stato anche un modo di sfogarsi, mentre la curva cerca sempre di colpire gli avversari più forti, non dimentica il passato ma vive il match per la propria squadra e vede chiunque abbia una maglia diversa come un rivale. Ma sono convinto che a partita conclusa fosse già tutto risolto».
Ora per l’Angelico può iniziare un nuovo campionato?
«Abbiamo rotto il ghiaccio, ma non abbiamo ancora fatto nulla. Bisogna migliorare ora si può lavorare con maggiore serenità. Però ragioniamo una partita alla volta, anche perchè adesso avremo alcuni impegni ravvicinati e trasferte particolarmente lunghe e impegnative».
Obiettivi per il futuro?
«La squadra deve crescere. E tanto ancora. Come ha detto il coach bisogna riuscire a mettere in campo tutta l’energia prodotta in allenamento, trasformandola in cattiveria agonistica. Dove potrà arrivare obiettivamente non lo so. Il gruppo deve migliorare sia a livello individuale che a livello di squadra. Quello che è certo e che i margini sono ampi. Comunque la nuova sicurezza non può che fare bene a tutto l’ambiente».
E quindi… Rieti è avvisata…
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