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Voglio le ruspe per i vostri insopportabili bambini

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Non lo si direbbe mai, considerata la mia celeberrima “s-parsimonia” e l’altrettanto smodata passione per qualunque tipo di surplus frivolo in commercio, ma una delle mie più grandi aspirazioni è poter diventare, un giorno non troppo lontano, una brava e giovane mamma, con labbra color geranio rigorosamente effetto mat.

Non lo si direbbe mai, considerata la mia celeberrima “s-parsimonia” e l’altrettanto smodata passione per qualunque tipo di surplus frivolo in commercio, ma una delle mie più grandi aspirazioni è poter diventare, un giorno non troppo lontano, una brava e giovane mamma, con labbra color geranio rigorosamente effetto mat.

Per quanto io possa adorare tutti i bambini, i neo genitori che investono sul futuro biellese sfornando figli, lo scenario amoroso in preparazione alle nascite venture e quel profumo di talco nell’aere, una cosa riesce a infastidirmi ancor più dell’afa asfissiante di questi giorni ed è la maleducazione dei vostri piezz’e core, contornata e aggravata da voi, adulti consenzienti. Spesso, da polemica, mi pongo un discreto quantitativo di domande a riguardo, cercando di trovare uno straccio di spiegazione alla negligenza dei grandi riflessa nei comportamenti dei piccoli, ma, effettivamente, meditare su chi inchioda i figli a un tablet, così da annullarne ogni istinto vitale e domandarsi poi perché crescano asociali, inetti e inebetiti, è una battaglia persa in partenza. Chi detiene la colpa, se con nove anni pascolano al centro commerciale seduti sul passeggino? A dirla tutta, non so se preferisco assistere a ciò o sapervi lasciare un iPhone10 XYZ tra le loro manine sante. Sarà il clima caraibico, così improvvisamente improvviso, a renderci insofferenti a Peppe Pig, unicorni  e figurine calcio Panini? O sarà che è più comodo lasciare che i piccoli curiosi infilino le dita nella presa della corrente, per poi piangere dal giornalista di provincia raccontando di quanto fosse un bimbo tranquillo in vita? Oppure sarà per i centri estivi che animano i vostri gioielli in età post prima elementare al grido di “non tiratevi l’acqua che si bagna il mixer, brutte teste di pisello”? Saranno le troppo allettanti gare tra i tavoli del ristorante a chi travolge per primo il malcapitato cameriere con la carbonara in bilico sugli avambracci? Sarà l’orgoglio di mammà che spinge un genitore a incitare il proprio baby Hulk a schizzare i bagnanti in piscina per “fare vedere a tutti come si fa il terremoto in acqua”? Saranno le nuove generazioni a recepire in modo pessimo gli insegnamenti genitoriali o sarà semplicemente che di seguire a dovere la crescita di un bimbo, trasmettendogli il rispetto per chi e cosa lo circonda e lo circonderà, non ha più voglia nessuno, o quasi?

Chi lo fa, lo riconosci subito. E, a me, vengono persino gli occhi lucidi dalla felicità. Nella mia infanzia era sufficiente uno sguardo infuocato di mio padre per calmare gli animi. Ora, la guerra finisce quando il pargolo di quattro anni, dopo svariati insulti e dimenamenti stile wrestler, probabilmente appresi in tv se non all’asilo, schiaccia come cimici i genitori al supermercato, ottenendo l’agognato ovetto Kinder. Io le ruspe le scomoderei, ma per queste allegre famigliole biellesi, che irritano tutti noi. In primavera, autunno, inverno, ma soprattutto estate. Tanto. Ma tanto. Ma tanto.

Silvia Serralunga

La rubrica di Silvia Serralunga viene pubblicata ogni sabato sulla Nuova Provincia di Biella

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