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VERSIONE INTEGRALE – Cavicchioli, il Mr Wolf della politica biellese

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Quando ho letto che il futuro Presidente di quell’ente abolito (in verità solo più a-democratico) che sta per divenire la Provincia di Biella sarebbe potuto diventare Emanuele Ramella Pralungo, sono stato francamente, molto contento. Purtroppo questa possibilità è tramontata nel breve volgere di un mattino.

Quando ho letto che il futuro Presidente di quell’ente abolito (in verità solo più a-democratico) che sta per divenire la Provincia di Biella sarebbe potuto diventare Emanuele Ramella Pralungo, sono stato  francamente, molto contento.

Non so se il mio apprezzamento per il Sindaco di Occhieppo Superiore derivi dalla lontana militanza comune ai tempi del Liceo, quando entrambi appartenevamo all’organizzazione giovanile di Rifondazione, oppure, più semplicemente, dal suo temperamento deciso e battagliero, magari frutto proprio di quella militanza. Unico Sindaco nella passata legislatura che ha tenuto testa e si è opposto, con intelligenza e impegno, alla famelica e arrogante volontà usurpatrice del centro destra biellese, che, negli enti e nelle società partecipate, pareva voler fare (e in buona parte ha fatto) tutto quello che credeva.

Purtroppo, questa possibilità è tramontata nel breve volgere di un mattino, e scopriamo che il suo partito – il PD – avrebbe deciso di affidare quel ruolo al Sindaco di Biella. Marco Cavicchioli, quindi, da stimato avvocato, in pochi mesi pare diventato il “Mr. Wolf risolvo problemi” della politica biellese di tarantiniana memoria: è a lui che, a quanto pare, verrà delegata la gestione dei maggiori enti del territorio. Una scelta che Cavicchioli pare abbia accolto con un motto d’altri tempi: “se lo chiede il partito, obbedisco!”.

In epoca di “democrazia liquida”, utilizzare la disciplina di partito per giustificare una scelta, che ha altre caratteristiche, fa quasi sorridere. Per questo, meriterebbe che il Partito Democratico biellese, che – inaspettatamente – a giugno ha ripreso le redini del territorio, oltre che confrontarsi con Forza Italia (sarà anche questo un frutto avvelenato del Patto del Nazzareno tra Renzi e Berlusconi?), aprisse una discussione alla luce del sole, e lo facesse nelle sedi istituzionali opportune piuttosto che in quella di Via Trieste.

Ha davvero senso che l’ente Provincia sia gestito da un Sindaco di prima nomina solo per placare le lotte interne al PD e alle sottocorrenti renziane? E’ davvero corretto ricercare un’alleanza con Forza Italia, piuttosto che con i singoli sindaci, confermando quell’atteggiamento “partitocratico” che il nuovo corso diceva di voler archiviare? Ma, soprattutto, è davvero utile che una Provincia – pur svuotata di senso e di potere ma piena di debiti – sia gestita dal Sindaco del comune capoluogo (che esercita già un ampio potere de facto oltre che de iure), piuttosto che da un rodato Amministratore di una piccola realtà, che, verosimilmente, ha più tempo e, magari, più senso pratico (quel senso pratico di cui nell’ente vi è stata totale carenza)?

Ci sono ancora tempo e modi per ragionare su questi e altri aspetti. E anche per giustificare delle scelte che, se fossero come le abbiamo lette fino ad ora, avrebbero un sapore antico, anzi vecchio. Molto vecchio.

Roberto Pietrobon
www.alasinistra.org

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