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Una vespa minaccia l’apicoltura biellese

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Come se non bastassero i danni causati da quest’annata anomala dal punto di vista atmosferico, una nuova minaccia sta preoccupando l’apicoltura, non solo biellese: la vespa velutina, volgarmente chiamata Calabrone asiatico.

Come se non bastassero i danni causati da quest’annata anomala dal punto di vista atmosferico, una nuova minaccia sta preoccupando l’apicoltura, non solo biellese: la vespa velutina, volgarmente chiamata Calabrone asiatico, un insetto carnivoro, come tutti i vespidi, che preda di preferenza le api procurando gravi danni agli alveari, riuscendo anche a causare la perdita delle famiglie.

La vespa velutina è arrivata in Europa, per la precisione in Francia, a Bordeaux, nel 2004 dalla Cina, introdotta accidentalmente con un carico di materiale destinato ai vivai. Da li, nonostante le misure di lotta messe in atto dagli apicoltori, nel giro di pochi anni ha conquistato tutto il territorio francese, è arrivata in Spagna ed ultimamente anche in Italia, in Liguria e nel Cuneese.

Per discutere di questo problema, si è svolto un incontro tra il Presidente dell’Associazione Biellese Apicoltori, Paolo Detoma, e i tecnici del Servizio di Sanità Pubblica Veterinaria del Dipartimento di Prevenzione dell’ASL BI. Da questo incontro è scaturita la scelta di predisporre un piano di monitoraggio per verificare, con l’utilizzo di trappole, l’eventuale arrivo di questo predatore anche nella zona biellese.

E’ allo studio anche un volantino da distribuire alla popolazione, in particolare a chi, per lavoro o nel tempo libero, frequenta maggiormente i boschi, per insegnare a riconoscere gli insetti ed i loro nidi.   

Enrico Miglietta, esperto apistico del Servizio di Sanità Pubblica Veterinaria dell’ASL BI, spiega: «Vespa Velutina è originaria del sud est asiatico dove è ampiamente diffusa e conosciuta dalle api che hanno imparato a difendersi, mentre le nostre api sono completamente indifese di fronte ai suoi attacchi. La sua comparsa rappresenta un pericolo non solo per le api, visto che queste contribuiscono in maniera determinante alla conservazione dell’ambiente naturale, al mantenimento dell’ecosistema e all’incremento delle produzioni agricole, garantendo l’impollinazione naturale e la biodiversità del mondo vegetale».

L’unico modo per contenere lo sviluppo di Vespa Velutina è individuare il prima possibile i nidi e distruggerli e per questo motivo è importante segnalare la presenza di questi insetti nocivi o dei loro nidi al Servizio Veterinario dell’ASL BI (tel. 015.3503688 – email    servizio.veterinario@aslbi.piemonte.it) o all’Associazione Biellese Apicoltori (Dott. Paolo Detoma, tel. 328.8751087).

Rispetto al calabrone (vespa crabro) a cui assomiglia, Vespa Velutina è leggermente più piccola e più scura, comunque non facile da distinguere a colpo d’occhio. In particolare la specie che si sta diffondendo è Vespa Velutina Nigrithorax, distinguibile per il torace molto scuro, come intuibile dal nome, e per avere la parte degli arti più vicina al corpo nera, a differenza dei calabroni che presentano sugli arti una colorazione uniforme. All’inizio della primavera le regine escono dal “letargo invernale” ed iniziano la costruzione del nido e la deposizione delle uova. Il nido è sferico, a volte di grandi dimensioni, costruito utilizzando frammenti di legno masticato ed impastato con la saliva. A differenza dei calabroni e delle altre vespe spesso il nido è appeso ai rami più alti di alberi di alto fusto, nascosto dalle foglie e non facilmente visibile. E’ dotata di pungiglione ed il veleno è simile a quello dei calabroni.

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