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Una cabina di regia senza regista
Manca una visione, ma soprattutto manca qualche organismo/figura/istituzione che, con autorevolezza e distacco, metta tutti d’accordo sulla doppia rappresentazione che il Biellese dovrà dare di sè in Expo 2015
Qualcuno ha parlato di “cabina di regia” evocando l’immagine di un organismo strutturato che si occupa di scrivere il copione, la sceneggiatura e di assegnare le parti nella rappresentazione che di sè dovrà dare il Biellese in Expo 2015, feticcio a cui affidare le sorti del nostro territorio insieme alle speranze e alle fortune nazionali.
Il realtà siamo in presenza di timidi movimenti peristaltici, per lo più annunciati, in cui vari soggetti, in genere piccole lobbies periferiche e autoreferenziali, cercano di imbucarsi in progetti avviati da altri raccogliendo qualche briciola consolatoria.
Manca una visione, ma soprattutto manca qualche organismo/figura/istituzione che, con autorevolezza e distacco, metta tutti d’accordo sulla doppia rappresentazione che il Biellese dovrà dare di sè in Expo 2015: di attore dell’evento e di richiamo per chi all’evento milanese da tutto il mondo interverrà. Per il primo caso si ipotizza un inserimento nel cluster (dall’inglese: insieme) del riso che la Regione Piemonte starebbe organizzando. L’idea dei biellesi risicoltori è ridicola e perfino patetica se si considera che questo nostro plus territoriale dovrebbe essere condiviso con le province di Vercelli e di Novara. Diverso sarebbe far leva sulle declinazioni gastronomiche del riso di Baraggia (unico DOP europeo) per ritagliarci una visibilità e produrre un rimando al nostro territorio in cui il miglior riso del mondo viene cucinato in infinite varianti. Ma qui il terreno sembra minato e si levano effluvi di camarilla.
Giuliano Ramella
L’articolo completa sara’ pubblicato sulla Nuova Provincia di Biella in edicola domani.
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