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Un video degno di Mai dire Tv
Se, come dichiarato per iscritto, l’obiettivo è “Diffondere la felicità a Biella”, per quanto mi riguarda l’iniziativa ha ottenuto l’effetto opposto. Continuare a cantare “I’m happy” in mezzo a una città dove la desolazione e l’indifferenza sono palpabili non mi sembra una grande mossa, ve lo dico sinceramente
Ho visto il filmato che vorrebbe promuovere “Biella6tu” http://www.laprovinciadibiella.it/pages/video-sangalli-e-canuto-la-citta-la-cambiano-ballando-2780.html . Premetto, e vi prego di credermi, che il breve discorso che farò non è figlio di un mio orientamento politico: chi ha la poco invidiabile fortuna di conoscermi sa bene che non mi sono mai occupato attivamente di politica, e non so praticamente nulla dei politici in campo. Non voglio dire che sia un mio pregio, anzi probabilmente è un difetto… ma è un fatto. Così come è un fatto che io sono fieramente antiberlusconiano, ma questo non mi colloca necessariamente a sinistra o a destra: non è una questione di appartenenza politica ma di semplice decenza.
Sono anche nemico dei luoghi comuni, salvo notare che spesso individuano delle piccole e terribili verità (fu Marguerite Yourcenar a scrivere, in Archivi del Nord, che “anche la riflessione profonda, se espressa, cade subito nel luogo comune”). Facile notare nel filmato alcune caratteristiche tipiche di Biella e dei biellesi: 1) la tendenza a stare sempre vicini al Municipio e al Duomo, che non si sa mai; 2) una città deserta e grigia (non c’è nessuno!); 3) una strana compulsione a ballare da soli, conchiusi in sé in maniera solipsistica o in gruppi ristretti, e comunque al di fuori di ogni opportunità di tempo e luogo; 4) una tendenza a seguire ritmi quasi sempre del tutto propri, assolutamente scoordinati e spesso difficili da decifrare; 5) la sconvolgente, e allo stesso tempo giusta, indifferenza dei pochissimi presenti nei confronti dell’ameno balletto.
Non ho capito, attorno al secondo minuto del video, il simbolo nascosto dietro al curioso gesto di tentare di affogare un volatile gettandolo in uno stagno. Delizioso, al terzo minuto, il povero bambino che tenta di leggere le notizie sul giornale, di documentarsi per capire qualcosa in più del mondo in cui è stato gettato, ma viene disturbato dal forsennato agitarsi degli adulti (meditate, gente…). Una menzione speciale, infine, va alla prima persona che appare nel video, la quale poco dopo se ne va ballando e sorridendo felice sotto i portici del Municipio, del tutto indifferente alla persona che, seduta lì a fianco, pare il ritratto stesso della tristezza, della solitudine ( enon si guardano mai, ostinatamente). Ecco, direi che quel frammento è emblematico, a dir poco. Il filmato si conclude con una persona che in puro stile Zio Sam punta l’indice contro il video e dice “Biella sei tu!”; come ha detto, scusi?
Non intendo certo fare valutazioni sulle singole iniziative politiche o di solidarietà di questo gruppo di persone, sarebbe prematuro e non ne ho la competenza. Auguro a loro e a noi, e lo auguro a tutti i candidati di ogni partito, di vincere se in grado di portare idee vere ed efficaci, che finalmente possano risolvere alcuni dei problemi più gravi della nostra città (problemi, innanzitutto, di mentalità).
Per quanto mi riguarda, il problema di questo filmato è estetico (e dunque di contenuto). E’ la sua inequivocabile bruttezza (nel senso di inopportunità), senz’altro degna di alcuni filmati trasmessi da oscure emittenti private e rilanciati da gloriose trasmissioni come Mai dire TV. Per non parlare dell’uso della cifra “6” invece della parola “sei”, che non parla certo di originalità, né di contrasto alle fallimentari tecniche di comunicazioni odierne. E senza contare che questa moda di ballare sulla canzone Happy ha già invaso mezzo mondo (e internet), ed accodarsi in questo modo (siccome non parliamo di ragazzotti che cazzeggiano ma di candidati) non mi pare parli di carattere, di forza delle idee. Cari miei, dovremmo aver imparato da decenni che il linguaggio, e il medium, sono il messaggio. O no?
Se, come dichiarato per iscritto, l’obiettivo è “Diffondere la felicità a Biella”, per quanto mi riguarda l’iniziativa ha ottenuto l’effetto opposto. Continuare a cantare “I’m happy” in mezzo a una città dove la desolazione e l’indifferenza sono palpabili non mi sembra una grande mossa, ve lo dico sinceramente; “Clap along if you feel like happiness is the truth”… ma siete matti? Forse, come titolo-simbolo, invece di “Happy” di Pharrell Williams sarebbe stato interessante scegliere “Think” di Aretha Franklin, ad esempio (“You better think about what you’re trying to do to me”).
Sandro Montalto
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