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Un mondo al contrario
Ci sono notizie che fanno colore, a volte aiutano a vendere i giornali o, addirittura, assurgono alla ribalta nazionale. Questi fatti sono legati a scelte cosiddette “estreme” come, ad esempio, occupare un alloggio perché non si sa dove dormire o incatenarsi sotto qualche ufficio pubblico per uscire dalla propria condizione di invisibilità. In questi giorni due uomini hanno fatto parlare di sé, probabilmente non come avrebbero voluto. Il primo è un quarantanovenne di Cossato, condannato a tre mesi di reclusione perché ha occupato abusivamente una casa popolare, il secondo è un altro uomo, senza lavoro, che ha deciso di incatenarsi sotto il Municipio di Biella per attirare l’attenzione sulla sua condizione di indigenza.
Entrambi hanno commesso un reato: il primo è stato condannato, il secondo, per fortuna, non subirà conseguenze per il suo gesto. Non ho letto, almeno fino ad ora, prese di posizione, raccolta firme o sit-in a favore di queste persone. Eppure, sabato scorso, in una poco gremita piazza romana, il giovane leader della destra estrema italiana, Matteo Salvini, arringando un’inedita platea di fascio-leghisti, mostrava una maglietta nera con scritto “io sto con Stacchio” in evidente solidarietà al benzinaio veneto che ha sparato contro un rapinatore (uccidendolo) che cercava di derubare una gioielleria vicino alla sua pompa di benzina e, per questo, sotto processo per eccesso colposo in legittima difesa.
Nel Biellese, nelle settimane scorse, i leghisti e i post fascisti di Fratelli d’Italia hanno fatto a gara per esprimere solidarietà al benzinaio veneto con raccolta firme, comunicati e quant’altro. Non un muscolo si è mosso invece per solidarizzare con il cossatese che, per disperazione, ha occupato una casa popolare infrangendo la legge ma non facendo male a nessuno. In questo paese c’è uno strano strabismo che, alimentato soprattutto dalla destra estrema, legittima anche l’omicidio se contro uno straniero o un rom ma fa urlare allo scandalo (o peggio) se si occupa una casa o si chiede il blocco di uno sfratto perché non si hanno i soldi per pagare nemmeno la luce e l’acqua.
A Roma, per esempio, da oltre un decennio ci sono movimenti di cittadini che bloccano gli sfratti (ora più facili grazie al governo Renzi!) e che occupano interi palazzi abbandonati per rispondere all’emergenza abitativa e dare così un tetto e una casa ad intere famiglie senza preoccuparsi della loro nazionalità o della loro etnia. Anche in Piemonte questi movimenti per la casa hanno dato riparo e alloggio a decine di famiglie a Torino, Asti e Alessandria ma subiscono, tutti i giorni, processi e denunce perché, com’è ovvio, le autorità competenti non tollerano violazioni della legge. Eppure, senza di loro, decine di persone, come il quarantanovenne cossatese, sarebbero in mezzo a una strada (con una condanna sulle spalle) così come avviene, nel silenzio generale, con i quotidiani sgomberi coatti.
Mi piacerebbe vivere in un paese dove la politica non strumentalizzasse la morte e aiutasse, davvero, chi ha bisogno. Invece si preferisce fare la guerra agli affamati e non agli “affamatori” solo perché si ha “fame” di consensi e di potere.
Un mondo all’incontrario che meriterebbe di essere rovesciato.
Roberto Pietrobon
www.alasinistra.org
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