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“Sbagliato confondere i teppisti con i locali della movida”

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Qualche sera fa ho passato un po’ di tempo in Riva di sera, per guardare più da vicino la situazione in quello che è diventato il luogo privilegiato per il divertimento notturno dei ragazzi biellesi. Talvolta, parlando del quartiere e della cosiddetta “movida”, c’è una commistione di questioni che crea solo confusione.

Qualche sera fa ho passato un po’ di tempo in Riva di sera, per guardare più da vicino la situazione in quello che è diventato il luogo privilegiato per il divertimento notturno dei ragazzi biellesi. Talvolta, parlando del quartiere e della cosiddetta “movida”, c’è una commistione di questioni che crea solo confusione. Ci sono due piani e sono ben distinti: uno riguarda l’ordine pubblico, fatto di atti vandalici e di teppismo, quando non si arriva a vere e proprie aggressioni come leggiamo talvolta sui giornali. Questo è un problema, è ovvio: ma va affrontato con il piglio e i mezzi di chi di ordine pubblico si occupa, ovvero da polizia e carabinieri in primis, perché le strade di Biella siano sicure a qualsiasi ora del giorno e della notte per chiunque voglia divertirsi, uscire a ballare o a bere una birra o portare a spasso il cane.

E poi ci sono i molti locali che in Riva hanno sede. Legare i fatti di cronaca alla presenza dei locali stessi, come fa oggi il sindaco, è offensivo per chi li gestisce e fa sì, a spese proprie, che dentro e nelle immediate vicinanze la situazione sia sempre sotto il maggior controllo possibile. Piuttosto bisogna trovare, come è successo spesso a Biella e non solo in rioni frequentati soprattutto nelle ore serali, un equilibrio tra le esigenze dei locali e di chi li frequenta e quelle di chi abita nei dintorni che non necessariamente vuole restare sveglio così a lungo come i giovani che si divertono.

Che cosa può fare un Comune? O meglio, che cosa proverei a fare io se diventassi sindaco? Riprenderei una proposta che dai banchi dell’opposizione di centrosinistra era arrivata in consiglio comunale, e cioè l’istituzione di un pattugliamento dei vigili urbani che, in sostegno alle forze dell’ordine, possano vigilare sulla zona e, nel concreto, far rispettare la zona a traffico limitato laddove esiste nel quartiere. A questo proposito, allargherei la zona vietata alle vetture in orario notturno, per far sì che ci si sposti soprattutto a piedi nella zona dei locali, anche oltre via Italia. E, in collaborazione con i gestori, verificherei il rispetto delle ordinanze, come quella sul divieto di uscire dai locali con bicchieri o bottiglie di vetro, e dei parametri di insonorizzazione.

Per quello che poi succede all’esterno, a “festa finita”, e riguarda il rumore, insieme ai controlli servono soprattutto buona educazione e spirito di convivenza: volume un po’ più basso per chi chiacchiera in strada (e intervento delle forze dell’ordine quando si trascende) e un grammo di pazienza in più da parte di chi è in casa con le finestre chiuse.

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