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Roberto Merli in Germania per un convegno sui suicidi

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Roberto Merli ospite in Germania per parlare di suicidi. Il direttore di Psichiatria ha partecipato, in qualità di relatore, al convegno internazionale dal titolo “Prevenzione del suicidio nell’ambiente e negli edifici. Risultati e possibilità di prevenzione”, organizzato dalla DGS e che si è svolto nella cittadina di Günzburg, in Germania, nelle scorse settimane.

Roberto Merli ospite in Germania per parlare di suicidi.

Il direttore della S.O.C. Psichiatria U.M.1 di Biella, da decenni membro della Società Tedesca di Prevenzione del Suicidio, Coordinatore del Gruppo di Lavoro “Prevenzione del suicidio di paziente in ambito ospedaliero e di cure territoriali” dell’Azienda Sanitaria Locale BI e membro del Direttivo Nazionale della Sezione di Suicidologia della Società Italiana di Psichiatria, ha partecipato, in qualità di relatore, al convegno internazionale dal titolo “Prevenzione del suicidio nell’ambiente e negli edifici. Risultati e possibilità di prevenzione”, organizzato dalla DGS e che si è svolto nella cittadina di Günzburg, in Germania, nelle scorse settimane.

Per l’occasione erano presenti ricercatori universitari, clinici e funzionari governativi provenienti da Germania, Austria e Svizzera. Tra questi anche il Professor Elmar Etzersdorfer, relatore al convegno biellese dello scorso anno sugli interventi efficaci nella prevenzione dei suicidi.

L’incontro avvenuto in Germania ha inteso approfondire un aspetto poco noto nell’ambito della prevenzione del suicidio: la prevenzione attraverso misure di sicurezza applicate sia all’ambiente territoriale (ponti, dirupi, linee ferroviarie, luoghi di lavoro), sia all’interno e all’esterno di edifici (ospedali, case di cura ed altre realtà istituzionali).

Merli, durante il proprio intervento, ha presentato uno studio sui suicidi avvenuti negli ultimi vent’anni dai ponti del Biellese e le iniziative intraprese per informare di questo fenomeno le autorità politiche e sanitarie, i giornalisti e la comunità locale, con l’obiettivo di trovare soluzioni efficaci sulla base delle evidenze scientifiche internazionali: «La relazione che ho proposto -spiega Merli- ha suscitato un discreto interesse in quanto non è frequente, nelle iniziative linguisticamente circoscritte al panorama tedesco, ricevere informazioni su esperienze locali italiane».

Lo psichiatra dell’ASL BI ha spiegato che, nel Biellese, 32 (80%) suicidi dei 40 avvenuti dai ponti negli ultimi vent’anni si sono verificati presso il ponte della Pistolesa e presso il ponte della tangenziale; se si osserva il fenomeno negli ultimi dieci anni, su questi stessi due ponti si è concentrato l’86% (19 su un totale di 22) dei suicidi da ponti.

«Occuparsi della precipitazione è fondamentale in quanto i lanci dal ponte hanno un alto tasso di mortalità e chi sopravvive deve convivere solitamente con gravi conseguenze fisiche -prosegue Merli-. Inoltre, l’atto si consuma quasi inevitabilmente in un luogo pubblico ed è altamente traumatico anche per eventuali testimoni involontari. Infine, i lanci dai ponti attirano facilmente l’attenzione dei mass media, che contribuiscono a dare a questi luoghi una macabra fama e non raramente facilitano in persone vulnerabili, che vivono situazioni di crisi, i suicidi per imitazione».

Il Biellese si pone, tristemente, da molti anni ai primi posti nel panorama italiano per numero di suicidi registrati: nel 2013 se ne sono verificati ben 34, di cui 4 da ponti situati nel territorio provinciale.

A partire dal 2009, all’interno del Centro di Salute Mentale di Biella dell’ASL BI è stato attivato dal Dottor Merli un “Team di Crisi” per dare ascolto e fornire un intervento psicoterapeutico alle persone che stanno vivendo una condizione di crisi psicosociale e che hanno comunicato il desiderio di voler morire o hanno tentato il suicidio. Dall’attivazione del Centro, ben 343 casi hanno ricevuto un intervento psicoterapeutico incentrato sulla “crisi”.

Le ricerche sulla riduzione dell’accesso a mezzi e metodi di suicidio (cosiddetti “closing the exit”) dimostrano che misure di prevenzione in questo ambito possono fornire un significativo contributo nell’ostacolare il fenomeno suicidale. Al convegno, dunque, sono stati presentati e discussi conoscenze scientifiche attuali, progetti, modelli ed interventi in atto o previsti per il futuro. È stata argomentata, anche da parte di organizzazioni attive in modo specifico nel campo dell’accreditamento, la possibilità di ispezionare ed accreditare edifici, al momento in ambito psichiatrico, costruiti secondo caratteristiche strutturali, organizzative e funzionali in senso “antisuicidiario”.

In una specifica sezione del convegno sono state anche illustrate ricerche ed esperienze, sempre collegate alla suicidologia, riguardanti i disturbi bipolari, l’uso dei sali di litio e il tema del suicidio assistito. In ultimo, sono stati stretti contatti con alcuni partecipanti per reciproci scambi di informazioni e possibili future collaborazioni nella ricerca e nella pratica clinica.

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