Attualità
Ritorno in classe: “Se netturbini e cassiere vanno a lavoro da febbraio, perché non lo fanno pure i docenti?”
Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, parla del ritorno in classe
“Ce la deve fare. C’è un aumento dei contagi, fisiologico, ma non dei morti: bisogna conviverci. Il virus non sarà sconfitto per mesi e chi continua a vivere di paura non si rende conto che si rischia di morire di fame”. ht
Sulla possibile mozione di sfiducia alla ministra Azzolina afferma: “In questa fase la priorità è far andare le cose bene, non evocare scenari. Penso che oggi sia fondamentale dare tutti una mano perché la scuola riparta. I conti di solito si fanno alla fine. Qui si faranno all’inizio. Dopo la riapertura”.
E ancora: “Dico che è molto più utile lavorare sulla formazione di un insegnante che non spendere milioni di euro per banchi a rotelle, tuttavia non basta questo: c’è un problema di programmazione e progettazione. Per questo chiedevamo a marzo di fare lavori col modello Genova anche nelle piccole scuole, dando i poteri ai sindaci. Se si fossero utilizzati questi mesi, invece di chiacchierare, avremmo un pezzo del problema risolto. Siamo stati i primi a parlare di riapertura delle scuole e ci dicevano che era troppo presto. Ma bisognava partire allora, non rincorrere”.
E sui test ai prof afferma: “Ho stima per la categoria docenti, ma se farmacisti, netturbini e cassiere lavorano da febbraio, non vedo perché i docenti debbano continuare a stare a casa. Di cosa hanno paura, di un prelievo? I professori devono fare test e tamponi, e anche il vaccino. Comunque sia, la scuola è la madre di tutte le battaglie in questa fase, insieme al lavoro”.
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