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Quanto manca una nonna…
Sono passati tanti anni ormai, il sole della riviera ligure giorno dopo giorno scalda il tuo balcone, ora abitato da altre persone che, come spesso accade nella vita, non sanno nulla di quelle migliaia di impronte invisibili rimaste sul pavimento, sui fili della stesa, sulle maniglie delle porte.
Sono passati tanti anni ormai, il sole della riviera ligure giorno dopo giorno scalda il tuo balcone, ora abitato da altre persone che, come spesso accade nella vita, non sanno nulla di quelle migliaia di impronte invisibili rimaste sul pavimento, sui fili della stesa, sulle maniglie delle porte.
Quanti anni nonna da quelle ultime visite di questo tuo nipote portato lontano da te e che non sempre poteva venire a trovarti. Ho di te quell’immagine che spesso riaffiora davanti ai miei occhi come una delle tante super petroliere che passavano sul mare davanti alle tue finestre, lontane e immense come i gabbiani… sembravano spinte dal ponente mentre sembravano toccare già Genova con la prua immersa nei silenzi del mare.
Ti rivedo seduta e china accanto al tavolo della tua piccola cucina mentre con la scrittura tremante facevi la settimana enigmistica, mentre ti alzavi a fatica per nutrire le colombe che facevano spola tra le antiche mura di Porto San Maurizio e il piccolo balconcino della tua casa.
Ho il ricordo forte di quando scalati i 5 piani della tua casa, ritrovavo la tua porta aperta e la tua figura consumata dagli anni che d’un tratto s’illuminava e cercava l’abbraccio di quel nipote lontano che ancora oggi si rimprovera di non aver cercato più spesso i tuo occhi e le tue carezze in un mondo avido di umanità, dove una nonna è un approdo sicuro per dimenticare che dopo tutto si è soli davanti al mare, al cielo, alle montagne ed alle nostre immense lacune dell’anima.
Ci sono cose che restano per tutta la vita cara nonna ed io conservo l’odore della tua casa che ogni tanto riaffiora con dolcezza nella mia mente. Un odore che sa di infanzia, di pomeriggi di spiaggia e di sole, di gelati in coppette e pranzi in sala, riuniti dopo il lungo inverno, divisi da nebbie e gelate.
Ci sono cose che restano cara nonna e che non tornano più, prima fra tutte l’idea che ancor prima di un padre e una madre, una nonna si prende cura di te, senza chiedere nulla in cambio se non il tuo bene, senza pensare a ciò che sarai, alle strade che sbaglierai, a tutto quello che avrebbero voluto fossi e non sarai.
Sono passati tanti anni dall’ultima volta che ti ho vista nel letto amica mia lontana e vicina, cara nonna. Non posso dirti che in questi anni sono diventato un uomo capace di vivere di se stesso, anzi… oggi vorrei tanto sapere che in uno dei tanti palazzi di Imperia consumati dal sale, c’è ancora una carezza che mi aspetta, a qualsiasi ora, in qualsiasi giorno della settimana.
Sono passati tanti anni nonna e tutto mi riporta a ricordarmi di te, dei tuoi capelli grigi, del tuo tifo Doriano, della tua pianta di rosmarino accarezzata e scossa dal ponente, dallo scirocco, dal libeccio e dalla tramontana.
Sono passati tanti anni e mi rendo conto di quanto non ho capito che ci sono pochissimi angoli di mondo dove non sentirisi soli.
Ci sono voluti così tanti anni, nonna, per capire il mondo e pensare che in fondo la vita più dolce e vera stava chinata in una piccola cucina, su di un tavolo, con la settimana enigmistica con dietro il silenzio del mare e il volo di qualche colomba che non è più tornata.
Alberto Scicolone
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