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Satanisti golosoni: dimmi quale animale sacrifichi e ti dirò chi sei
Vibra. Sms. La mia mammina detta Minny: “Su cosa scriverai di bello, l’atmosfera natalizia?”. Non proprio, mammina. L’odierno incipit sarà un sondaggione: dimmi quale animale sacrifichi e ti dirò che satanista sei. Oppure ti dirò quanto sei coglione da uno a diecimila.
Vibra. Sms. La mia mammina detta Minny: “Su cosa scriverai di bello, l’atmosfera natalizia?”. Non proprio, mammina. L’odierno incipit sarà un sondaggione: dimmi quale animale sacrifichi e ti dirò che satanista sei. Oppure ti dirò quanto sei coglione da uno a diecimila. Carino, eh? Ebbene sì, stando alle indiscrezioni giornalistiche degli ultimi anni, i gatti neri sono proprio la “portata preferita” degli adepti di Lucifero. I capretti potranno finalmente tirare un sospiro di sollievo, e persino il noto ricettario oscuro “Cotto e Belato vol. 666 – Il ritorno della Parodi dagli Inferi” ha deciso di proporre nuovi miagolanti gusti, per la gioia dei sempre più esigenti palati sopraffini biellesi e non.
D’altra parte, che noia queste capre ad ogni reunion. Anche Sgarbi ne avrebbe avute due palle così. Al forno o crudités, le varianti feline sono molteplici. Il contorno delle cene sacrificali, invece, si presenta agli aguzzini come un semplice, qualsivoglia ortaggio, a patto che anche le suddette verdurine abbiano un’anima, respirino e finiscano brutalmente affettate agonizzando in un lago di sugo, altrimenti tanto vale. E il comune denominatore, orsù indovinate un po’, quale potrà mai essere? Tutti insieme: “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. E quando ce l’hai, ti raccomando, accoppalo con attenzione, che le gattare come me spiano dai balconi dietro ai gerani in fiore, e i graffi da artigliate fanno sì emo e lamette, ma non vanno più di moda da tipo una decina d’anni ormai. Anche per voi satanisti un consiglio, being uncool nemmeno nell’aldilà, figurarsi nell’aldiquà!
Ma porca la miseria ladra, scelte alimentari a parte, vorremo mica non spezzare una lancia a favore di questi guaglioni nostrani, i Fleurs du Mal luciferini di provincia? Già che si sbattono a fare imuntagnin a Trivero, recitare l’Ave Maria al contrario al Favaro, farsi le vasche in Via Italia a ritroso, dormire a testa in giù appesi dall’alluce, lavare i denti con la cenere del femore dell’avolo, fingersi crocchetta gigante per attrarre il gatto del vicino, quantomeno ricevere un minimo riconoscimento. Punto primo: demonizzano tutti i party locali, altro che Halloween in Riva e annessi tag su Facebook. Punto secondo: la messa nera è quell’appuntamento fisso della Satan-crew Oropa Bagni a cui non manca mai nessuno, sempre ammesso non si venga sacrificati la notte precedente al posto del gatto. Punto terzo: sono molto meno ipocriti di parecchi tifosi dell’altra sponda. E ora non mi resta che attendere il moncone di un dito medio sanguinante nella buca delle lettere, amen!
Silvia Serralunga
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