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Profughi bloccano via Repubblica e li lasciano fare

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Nella mattinata di oggi una trentina di clandestini ha bloccato Via Repubblica lamentandosi del mancato riconoscimento dello status di rifugiato politico. Come sempre più frequentemente ci capita di vedere, esempio inaugurazione Expo del 1° maggio, le forze dell’ordine hanno lasciato fare.

Nella mattinata di oggi una trentina di clandestini ha bloccato Via Repubblica lamentandosi del mancato riconoscimento dello status di rifugiato politico. Come sempre più frequentemente ci capita di vedere, esempio inaugurazione Expo del 1° maggio, le forze dell’ordine hanno lasciato fare.
Se gli immigrati fossero stati 300 potrei comprendere che la ratio fosse quella di gestire in modo intelligente la situazione, evitare tensioni, tollerare, lasciare che i cittadini sopportassero qualche disagio.
Ma erano 30. Eppure gli è stata data la possibilità di bloccare per qualche ora una delle arterie più importanti della città. Fossero stati 300 parlerei di intelligente gestione, essendo stati 30 non scomodo l’azione di neuroni ma della sempre più fastidiosa, ammorbante, soffocante pratica del buonismo e della tolleranza. Questa disciplina può essere pericolosa ed il disordine che ne scaturisce dannoso per la società.

Trascrivo un articolo pubblicato su Italia Oggi del 1° luglio 2015.

Nel 1950 un professore dell’Università di Stanford, Stati Uniti, fece un esperimento di psicologia sociale. Lasciò 2 macchine per strada, identiche, stessa marca, modello, colore. Una nel Bronx l’altra a Palo Alto, zona ricca e tranquilla della California. Come prevedibile l’auto abbandonata nel Bronx inizia ad essere smantellata in poche ore, quella di Palo Alto rimane intatta. Dopo una settimana i ricercatori decidono di rompere un vetro nella vettura di Palo Alto, con il risultato identico a quanto avvenuto nel povero e degradato Bronx di New York. Quindi non è soltato la povertà che innesca il processo demolitorio ma qualcosa che ha a che fare con la psicologia, il comportamento umano e le relazioni sociali. Un semplice vetro rotto trasmette un senso di deterioramento, di disinteresse, di non curanza, sensazioni di rottura dei codici di convivenza, di assenza di norme, di regole e di inutilità nel cercare di tutelare le cose, fino ad arrivare ad una violenza irrazionale.

Ma gli studiosi sono andati oltre dichiarando che l’incuria ed il disordine accrescono addirittura mali sociali, fisiopsicologici e contribuiscono a far degenerare l’ambiente. Anche in una casa privata il disordine ed il caos tendono a rendere più difficile l’educazione dei figli e generano anche mancanza di rispetto tra i membri della famiglia.

La “teoria delle finestre rotte” è stata applicata per la prima volta alla metà degli anni ottanta alla metropolitana di New York City, il punto più pericoloso della città. Si cominciò combattendo le piccole trasgressioni: graffiti, sporco, ubriachi cronici, mancato pagamento del biglietto. I risultati sono stati evidenti, a partire dalla correzione delle piccole trasgressioni si è riuscito a fare della metro un luogo sicuro. Nel 1994 l’allora sindaco di New York, Giuliani, basandosi sulla teoria delle finestre rotte ha promosso una politica di tolleranza zero. Il risultato è stato un enorme abbattimento di tutti i tassi di criminalità.

I 30 disgraziati clandestini di Via Repubblica non lasceranno un segno nella città ma questo modus operandi va invertito, già ora esistono aree della città, ad esempio quella davanti al Supermercato Esselunga, dove si tollerano forme durature di degrado.

Le aree conquistate dal piccolo degrado saranno progressivamente abbandonate dalle persone qualunque diventando sempre più occupate da piccoli balordi.Davide Zappalà

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