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Portatori di handicap indegni di vivere

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Vite indegne di essere vissute” sono, per la Regione Piemonte, le vite dei portatori di handicap, dei malati di SLA, Alzheimer, Parkinson, Sclerosi… Sono le vite dei malati che non possono guarire, le cui cure costano molto, ma che non muoiono in tempi brevi, pertanto l’obiettivo è quello di abbandonarli al loro destino, prendendo di mira, man mano, una malattia per volta: un Assessore ed i suoi burocrati, gente priva di scrupoli morali, che scarica sulle famiglie e sui Comuni il peso del disastro economico della Regione Piemonte.

Si comincia con l’Alzheimer, si continua con la SLA, poi toccherà a tutti gli altri, perché ogni anno ci sono nuovi deficit da ripianare con nuovi tagli, servizi da eliminare per pagare nuove consulenze, precari da non assumere per pagare nuovi dirigenti… e questi maledetti vecchi non si decidono a morire! Anzi, vivono sempre più a lungo.

Il bilancio sanitario  della regione Piemonte è classificato fra le regioni meridionali: nel 2011 il suo deficit è stato il terzo (265 milioni di €), solo negli ultimi 10 anni ha accumulato un disavanzo di 1,15 miliardi di €, anzi forse più di 2 miliardi (“sole 24 ore”), eppure chiunque può considerare l’entità dei tagli ai servizi, gli aumenti dei tickets, le carenze di personale; in Piemonte si chiudono ospedali interi, reparti e servizi. Ad ogni ASL ogni anno si levano milioni di €, ogni anno c’è un severissimo piano di rientro, da più di vent’anni, eppure il  deficit continua a salire sempre di più.

Dove sono finiti tutti questi soldi? Ci fate o ci siete? Ora aggredite i diritti delle persone non autosufficienti per recuperare altro denaro, non importa che siano malati che moriranno entro pochi anni: si finge che siano soltanto bisognosi di assistenza, non di cura, per dismetterli dalla Sanità scaricando con un trucco i costi sulle famiglie e sui Comuni.

Chi può si arrangia, il resto va in lista di attesa, questo lo decide l’Unità di Valutazione Geriatrica (UVG), un organo burocratico, senza cognizioni specialistiche circa le patologie di cui tratta, che opera in continuo abuso di potere: che c’entra, ad esempio, la malattia di Alzheimer con l’UVG? Certo i malati hanno in genere più di 65 anni, ma i malati di cancro ne hanno 72, gli infartuati 70, i dializzati 71: non si sogna nessuno di considerarli problema geriatrico, di scaricarne i costi al 50% sui malati stessi e affidarne il destino ai burocrati dell’UVG.

La scure si allunga anche sulle case di riposo: si aumentano le rette e si tagliano i contributi sanitari alle strutture sostituendo l’assistenza tagliata con i “servizi aggiuntivi”, in modo che esse si rifacciano sugli stessi ospiti di quel che toglie loro la Regione.

Chi scrive è responsabile del coordinamento fra le Associazioni Biellesi Handicap, Alzheimer, SLA, Parkinson, Sclerosi multipla (CADIC) che si sono unite per salvaguardare i diritti dei loro malati. Per mio tramite lanciamo un appello agli amministratori ed ai politici biellesi: l’Assessore alla sanità sta cercando di scaricare i costi sui Comuni e sui Consorzi (le delibere 14 e 85 del 2013), i quali saranno presto chiamati a coprire i costi delle rette non più sostenibili dai cittadini. Chiediamo ai rappresentanti dei Partiti di iniziare con noi un lavoro di consultazione continua, per definire i costi delle cure, e proporre delibere nuove, un piano vero di assistenza domiciliare, nel rispetto della dignità dei cittadini che li votano (questi problemi coinvolgono almeno 30 mila persone nel Biellese).

A tutti chiediamo di non votare chi rifiuta di assumere impegni precisi in difesa dei malati e delle persone fragili: forse vi sembreranno problemi distanti da voi, ma prima o poi più di tre quarti delle famiglie si trovano costrette ad affrontarli: impedire questo tentativo di “eutanasia da abbandono” deve essere un impegno morale, perché in realtà ogni vita deve essere degna di essere vissuta.

Franco Ferlisi

(Coordinatore CADIC)

   

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