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Pietrobomba e il silenzio assordante

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Se il buon giorno si vede dal mattino, quello che si prospetta in casa della maggioranza di sinistra che governa il Comune di Biella annuncia temporali.

Se il buon giorno si vede dal mattino, quello che si prospetta in casa della maggioranza di sinistra che governa il Comune di Biella annuncia temporali.

Folgorante, sotto questo profilo, l’esordio di Roberto Pietrobon come titolare di una rubrica di commenti nell’edizione del mercoledì di questo giornale.

Nella prima uscita, mercoledì scorso, dopo un esordio ispirato e vagamente evangelico, una sorta di dichiarazione d’intenti, in cauda venenum fa partire una bordata contro Cavicchioli e la sua squadra che lui, Pietrobon, ha contribuito in modo non marginale a far vincere.

Ha accusato infatti il nuovo Sindaco di essersi adeguato, nella formazione della Giunta, al pestilenziale principio dell’uomo solo al comando applicando questo “nefasto modello(…) nella distribuzione delle deleghe soprattutto, ma anche nell’assenza di un criterio largamente comprensibile nella scelta dei vari Assessori.  L’aver deciso di marcare una sorta di continuità con il passato, attribuendo l’urbanistica a Diego Presa, che ha rivendicato – come da lui stesso dichiarato giusto una settimana fa – scelte, a mio giudizio sbagliate, come il CDA e gli Orsi, porta ad interrogarsi sul reale concetto di “svolta” che tanto si è utilizzato in campagna elettorale.”

Roberto Pietrobon, nonostante la giovane età, è un esponente “storico” della sinistra biellese, quella che non ha mai ripudiato il comunismo come principio di uguaglianza né si è mai vergognata della bella espressione “compagno” per rivolgersi ai compagni (appunto) di lotta.  Dieci anni in Consiglio comunale, cinque in maggioranza con Barazzotto e cinque all’opposizione di Gentile, 150 sedute, sempre all’attacco vivendo la dissoluzione, ultima quella di SEL, delle formazioni a cui aveva aderito.  Polemico, qualche volta fuori registro come quella recente in cui ha attaccato l’iniziativa della Venere di Botticelli a Biella ed ha avallato con il proprio silenzio (insieme a quello di Barazzotto) l’accusa da querela  di un torquemada del cazzo a chi scrive e a questo giornale di aver avuto un  ruolo ambiguo e commendevole nella vicenda botticelliana.  Salvo, poche settimane dopo, concordare di scriverci su questo giornale con cui ha trascorsi, con il direttore De Nuzzo e alcuni redattori, al calor bianco conditi di insulti e inviti al boicottaggio.

Mai dire mai, dunque.  Per il giornale è l’acquisizione di un collaboratore battagliero, informato e tendenzialmente critico in coerenza con la mission del giornale stesso.  Per Pietrobon è visibilità, continuità di ruolo e dialogo al di fuori dell’aula consiliare che ha lasciato, anche se perderà qualche amico e tifoso acquistandone altri.  E’ sintomatico il fatto che l’annuncio della rubrica fatto in rete abbia prodotto un profluvio di “mi piace” e di commenti incoraggianti, mentre la pubblicazione del pezzo (anche nella rubrica web Alasinistra) sia stato accolto da un silenzio assordante.  Dire che il tuo re è nudo, e contargli i peli, non è una pratica comoda.  Benvenuto fra chi è “scomodo” per scelta e definizione.

giulianoramella@tiscali.it

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