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“Perché vado ai rave? Perché sono vivo e voglio divertirmi”

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Continua a far parlare di sé il rave di sabato scorso. Lunedì negli spazi fatiscenti del capannone Aiazzone tra vetrate distrutte e cumuli di spazzatura c’erano ancora due “superstiti” che con le mani nude raccoglievano i rifiuti.

Un estratto dell’intervista pubblicata mercoledì sulla Nuova Provincia di Biella.

Continua a far parlare di sé il rave di sabato scorso. Lunedì negli spazi fatiscenti del capannone Aiazzone tra vetrate distrutte e cumuli di spazzatura ci sono ancora due “superstiti” che con le mani nude raccolgono i rifiuti.

 

«Io festeggio il fatto che respiro. C’è chi piange tutto il giorno, io voglio ridere per il semplice fatto che sono vivo e dunque, rido» dichiara Ash Delirio, un ragazzo di 31 anni, uno degli 800 che il sabato di Halloween era al Witch Tech Rave tra Verrone e Gaglianico. Muri di casse che raggiungono una potenza di 170 Db e persone con un’età che andava dai 14 anni ai 40, provenienti da tutta Italia.

 

«Ci ritroviamo per fare festa – spiega Ash, che frequenta rave da 13 anni -, le autorità dovrebbero rendersi conto che ciò che facciamo, essendo riservato a chi sa quello che fa, non determina alcun pericolo. Il nostro è un movimento, creiamo una zona temporaneamente autogestita senza dare fastidio a chi sta fuori».

 

Parla di “un binario parallelo di ricerca del senso”, di un modo volutamente diverso, divergente e per certi aspetti opposto di vivere e dice di trovarsi ancora sul luogo per ripulirlo. «Se vogliamo, si tratta di riqualificazione del territorio, sporchiamo ma poi ripuliamo ? afferma e prosegue – cercheremo di lasciarlo più pulito di come lo abbiamo trovato».

 

Viene da chiedersi al di là dei concetti di legalità e illegalità, cosa vadano cercando, se ci sia un significato di protesta e quale sia il motivo che li spinga a stare in un “altrove”, a riunirsi lontano dai locali frequentati dai più. «Tanti dicono che nelle nostre vite c’è sofferenza, sono cazzate! Noi stiamo bene, festeggiamo».

 

Ash Delirio parla anche di droghe, come l’Erythroxylum coca, e dimostra di conoscere le sostanze nel loro aspetto chimico, ma ci tiene a specificare: «Non c’è spaccio ai Rave, c’è scambio tra persone consapevoli che sanno quello che fanno e conoscono i loro limiti. La vita ha una fine, noi siamo esseri finiti e ognuno vive come vuole lo spazio e il tempo che gli è dato. Chiaramente un quattordicenne che fa un uso inconsapevole di anfetamine si sta rovinando».

 

Maria Adelaide Picci

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