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Per il Primo Maggio un programma per il lavoro
Domani è il primo maggio, la festa del lavoro e dei lavoratori. Affinché non sia un festeggiamento retorico, occorre mettere a fuoco la situazione in cui ci troviamo – come Biellesi, Piemontesi, Italiani ed Europei – e quali azioni possano essere messe in campo a livello di governo del territorio per contrastare la grave crisi che ci aggredisce.
Domani è il primo maggio, la festa del lavoro e dei lavoratori. Affinché non sia un festeggiamento retorico, occorre mettere a fuoco la situazione in cui ci troviamo – come Biellesi, Piemontesi, Italiani ed Europei – e quali azioni possano essere messe in campo a livello di governo del territorio per contrastare la grave crisi che ci aggredisce.
Intanto, qualche elemento di riflessione. Tra i settori più in crisi troviamo il commercio, l’edilizia, l’industria. Sebbene ci si trovi in un momento di relativo recupero a livello nazionale, nel 2013 il saldo tra imprese aperte e imprese che hanno chiuso è negativo, – 1%, addirittura al di sotto della media regionale. Il tessile resta una presenza importante nel nostro territorio, ma sopravvive solo chi esporta, il consumo interno ormai manca completamente.
La situazione dei lavoratori in cassa integrazione rischia inoltre di peggiorare rapidamente: alcune imprese stanno raggiungendo il tetto massimo di ore di cassa nel quinquennio; inoltre, senza che sia ancora stata approvata una riforma degli ammortizzatori sociali completa (attendiamo il Job Act), non vi sono ancora i finanziamenti per la cassa integrazione in deroga per il semestre corrente – considerato l’alto uso di cassa in deroga (per tutti quei lavori e quelle fattispecie non coperte dalla cassa ordinaria e straordinaria), questo può rappresentare un vero problema. Biella non è infine esente dalle due vere emergenze occupazionali del nostro tempo: quella relativa alle persone di mezza età che, avendo perso un posto, non hanno spesso gli strumenti per rientrare nel mercato del lavoro, e quella relativa ai ragazzi e alle ragazze, spesso laureati, che non trovano spazio sul territorio e sono costretti a emigrare.
Gli obiettivi che individuo di una politica comunale per il lavoro sono tre:
– CREARE lavoro e occupazione;
– DIFENDERE il lavoro che c’è;
– AUMENTARE la qualità del lavoro e la dignità dell’offerta.
Per ciascuno di questi obiettivi occorre mettere in campo azioni specifiche. I nostri Comuni al voto, da soli, non possono fare miracoli, ma non possono neppure starsene con le mani in mano.
Perciò dovremo intanto lavorare sul reperimento delle risorse:
– riducendo il debito dei nostri Comuni virtuosi con maggior gradualità rispetto a quanto fatto dal centrodestra e lasciando maggiori margini di investimento;
– valorizzando le possibilità aperte dalle forme di gestione associata, in particolare per i piccoli comuni di montagna – la legge sulla montagna porterà maggiori risorse;
– ricercando partnership (altri Comuni, Provincia) per la produzione di progetti sufficientemente significativi da poter ottenere risorse dai bandi europei e/o ministeriali.
A questo punto sarà possibile:
– finanziare un PIANO STRAORDINARIO di opere pubbliche: molti sono i luoghi, molte le strade e molte ancora le case, di edilizia pubblica e popolare, che richiedono manutenzione ordinaria sollecita. Questo piano dovrà essere finanziato con risorse pubbliche e i punti di intervento dovranno essere individuati con la collaborazione dei quartieri. In questo modo, si creerebbe occupazione immediata e si darebbe un po’ di ossigeno all’edilizia nel campo delle ristrutturazioni e a consumo di suolo zero.
– Finanziare una convenzione con le associazioni di imprese per l’attivazione di TIROCINI formativi remunerati.
– NON LASCIARE SOLI gli imprenditori del Biellese e quelli che eventualmente potrebbero essere attratti da alcune condizioni favorevoli nel nostro territorio: il benessere ancora diffuso, il valore paesaggistico, lo stile di vita. Occorre individuare le condizioni di accoglienza migliori possibili, sburocratizzando e semplificando le procedure per l’apertura di impresa e anzi premiando l’installazione in alcuni settori strategici (penso al fiorente agroalimentare, agli investimenti in innovazione, alle proposte a impatto ambientale zero, alle proposte che intendono operare sul recupero di spazi abbandonati).
– Concordare forme di alleggerimento fiscale e di tariffe per i disoccupati.
– Monitorare lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile attraverso una valorizzazione importante delle numerose ma dispersive misure (nazionali e regionali) che incentivano la creazione d’idee.
E molte, molte altre cose.
La festa del Lavoro non è un momento retorico che i sindacati si ostinano a voler celebrare. Il lavoro, un buon lavoro, è infatti dignità, gratificazione, socialità. In questo senso, è ancora vero che esso è un diritto. Ma non è uno di quei diritti che abbiamo in dote con la nascita, come la vita. E’ un diritto che è stato conquistato prima con la Resistenza e la Costituzione, poi con lo Statuto dei Lavoratori, e che occorre continuare a riconquistare, giorno per giorno, nel grande come nel piccolo. Noi, nel nostro piccolo, faremo la nostra parte.
Paolo Furia
Segretario Provinciale PD Biellese
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