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“Per avere una casa popolare, mi hanno consigliato di produrre figli”

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Un lettore racconta la propria esperienza: “Sono residente a Biella da circa 12 anni. Mi sono trasferito per lavoro e andava tutto bene e ho contribuito a generare ricchezza in questo territorio, sino a quando la crisi ha colpito la mia famiglia”

La lettera di Alessandro Aguiari.

Cari cittadini biellesi, sono un biellese di 45 anni e assegnatario di una casa popolare e in questi giorni ho letto  sui giornali di una mozione del consigliere di Fratelli di Italia Andrea Delmastro circa le assegnazioni di case popolari secondo il criterio dell’anzianità di residenza. Premesso che io vivo già in una casa popolare assegnatami dal Comune nel 2012 dopo parecchie guerre burocratiche, anni di aspettative nelle liste di assegnazione e di bandi non andati a buon fine perché i miei requisiti non erano sufficienti per ottenere una casa.

Sono residente a Biella da circa 12 anni. Mi sono trasferito per lavoro e andava tutto bene e ho contribuito a generare ricchezza in questo territorio, sino a quando la crisi ha colpito la mia famiglia perdendo il lavoro ed andando incontro a difficoltà finanziarie che fino a quel periodo io e la mia famiglia non avevamo dovuto affrontare.

Passando da una serie di sfratti da una casa all’altra con una figlia di 3 anni la risposta delle istituzioni per l’assegnazione della mia casa era sempre la stessa: le case sono poche e ci sono persone che hanno più diritto di me per l’assegnazione.

Inutile dire che mi vedevo sorpassare dai soliti noti, che poi magari abbandonavano velocemente la casa, dopo essere “sbarcati” a Biella da pochissimo tempo.

Ora provate ad immaginare di trovarvi in una casa con una figlia piccola senza alcuna entrata economica, se non per qualche lavoretto che riuscivo a racimolare, con uno sfratto esecutivo che pendeva sulle mie spalle e potendo offrire generi alimentari che mi venivano offerti dalla solidarietà del popolo biellese che mi conosceva come un bravo ed onesto lavoratore.

Mi viene suggerito da amici, ma anche dalle istituzioni, che se avessi messo al mondo un altro figlio la mia situazione poteva cambiare al meglio sia per la casa sia per il resto.

Io già ero alla ricerca di un figlio, ma immaginate lo sconcerto di chi – dopo aver lavorato e contribuito a far crescere un territorio – si sente dire che deve fare la “guerra della produzione dei figli”.

Alessandro Aguiari

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