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Papà in sala parto durante il “cesareo”, l’esperienza biellese protagonista a Torino
In occasione della “Festa del Papà”, lo scorso 19 marzo l’assessorato regionale alle Pari Opportunità ha organizzato, a Torino, un incontro dal titolo “Paternità, piacere da scoprire?” dedicato al cambiamento culturale della paternità, in un’ottica di condivisione delle responsabilità di cura familiari e di sostegno alla permanenza delle donne nel mercato del lavoro.
In occasione della “Festa del Papà”, lo scorso 19 marzo l’assessorato regionale alle Pari Opportunità ha organizzato, a Torino, un incontro dal titolo “Paternità, piacere da scoprire?” dedicato al cambiamento culturale della paternità, in un’ottica di condivisione delle responsabilità di cura familiari e di sostegno alla permanenza delle donne nel mercato del lavoro.
L’evento, a cui ha partecipato anche l’ASL BI, trae origine e si colloca nell’ambito del bando regionale “Condividiamo con i papà… continua”, in corso di attuazione nelle realtà sanitarie del Piemonte. Si tratta di un intervento, realizzato in collaborazione con la Consigliera di Parità regionale, nel corso del quale vengono affrontati argomenti importanti, quali l’illustrazione della normativa nazionale inerente i congedi parentali, la promozione della fruizione degli stessi da parte dei padri, l’illustrazione dei compiti e delle funzioni delle Consigliere di Parità.
In occasione dell’incontro dello scorso 19 marzo, per l’ASL BI hanno partecipato Antonella Tedesco, Dirigente Medico della Direzione Sanitaria dell’Ospedale di Biella e responsabile per l’Azienda Sanitaria Locale di Biella del progetto “Condividiamo con i papà… continua”, e Federica Morera, ostetrica del Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale dell’ASL di Biella, nonché responsabile dei Corsi di accompagnamento alla nascita nel territorio di competenza dell’ASL BI. E’ stata proprio l’ostetrica biellese ad intervenire con la relazione dal titolo “La condivisione un istante prima di essere papà”, presentando l’attività dell’Ospedale degli Infermi che consiste nel permettere al papà di assistere alla nascita del proprio figlio, non solo nel corso di un parto fisiologico, per via naturale, ma anche durante l’intervento di taglio cesareo, con criteri ed indicazioni che sono dettati da una specifica procedura operativa in vigore.
Morera ha illustrato al pubblico presente l’importanza di poter offrire questa opportunità, che, di fatto, consiste nell’introduzione alla paternità attraverso il coinvolgimento del padre nel processo della nascita: «La possibilità per i padri di assistere al parto in sala operatoria è stata introdotta dall’ASL BI tre anni fa e rappresenta un ulteriore anello nel percorso che la nostra struttura ospedaliera sta da tempo costruendo per condurre i futuri genitori insieme nella presa in carico del figlio, già dalla gravidanza».
L’ostetrica ha spiegato come durante la nascita vengano poste le basi biochimiche necessarie per l’instaurarsi della relazione tra madre, padre e bambino: «Esami biochimici effettuati sui padri, successivamente alla nascita, hanno evidenziato tassi ormonali di ossitocina, prolattina ed endorfine simili a quelli prodotti dalla mamma e dal neonato -spiega ancora l’ostetrica Morera-: l’ossitocina è l’ormone dell’amore e dell’appartenenza; la prolattina è l’ormone che favorisce il prendersi cura del piccolo; le endorfine, ormoni della ricompensa, creano uno stato di dipendenza, di attaccamento. Possiamo pertanto dire che nelle sale parto nasce la famiglia».
Per poter avere un riscontro oggettivo sull’importanza del momento vissuto dai padri nel prendere parte alla nascita del proprio figlio in un contesto medicalizzato, come nel caso del taglio cesareo, l’ASL BI ha dato loro l’opportunità di esprimere le emozioni vissute scrivendole su un quaderno dedicato. Alcuni di questi racconti sono stati letti proprio durante il convegno di Torino, suscitando emozioni tra il pubblico presente.
Conclude Antonella Tedesco: «La relazione che abbiamo presentato ha riscosso notevole interesse ed è valsa i complimenti della Consigliera di Parità regionale. Questo ci fa molto piacere, anche perché la possibilità per i padri di assistere al parto cesareo si concretizza solo in poche realtà ospedaliere, per motivi medici, di sicurezza o semplicemente perché solo pochi ospedali hanno pensato di modificare una consuetudine consolidata nel tempo».
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