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Non c’è neve, più vacanze a carnevale

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In questi giorni si è dibattuto a lungo sulla richiesta fatta dalle nostre stazioni sciistiche alla Regione Piemonte di modificare il calendario scolastico, allungando le vacanze di Carnevale per aiutare il turismo invernale, messo in seria difficoltà da una mancanza di neve che sta ritardando la partenza della stagione. Questa modifica, in realtà, era stata già introdotta in modo sperimentale quattro anni fa, quando ero assessore regionale all’Istruzione e al Turismo, e poi replicata negli anni successivi, alla luce dell’impatto positivo che aveva avuto sull’economia delle nostre montagne. Anche la stagione 2011-2012, infatti, era stata colpita da siccità nevosa e quella scelta si era rivelata provvidenziale. Ne avevamo discusso a lungo con la Conferenza regionale per il diritto allo studio e, alla fine, era stato trovato un compromesso capace di garantire il giusto equilibrio tra le esigenze della didattica e quelle del turismo piemontese, che è poi l’esigenza di garantire migliaia di posti di lavoro e, allo stesso tempo, i 200 giorni di scuola previsti per legge.
In questi giorni si è dibattuto a lungo sulla richiesta fatta dalle nostre stazioni sciistiche alla Regione Piemonte di modificare il calendario scolastico, allungando le vacanze di Carnevale per aiutare il turismo invernale, messo in seria difficoltà da una mancanza di neve che sta ritardando la partenza della stagione. Questa modifica, in realtà, era stata già introdotta in modo sperimentale quattro anni fa, quando ero assessore regionale all’Istruzione e al Turismo, e poi replicata negli anni successivi, alla luce dell’impatto positivo che aveva avuto sull’economia delle nostre montagne. Anche la stagione 2011-2012, infatti, era stata colpita da siccità nevosa e quella scelta si era rivelata provvidenziale. Ne avevamo discusso a lungo con la Conferenza regionale per il diritto allo studio e, alla fine, era stato trovato un compromesso capace di garantire il giusto equilibrio tra le esigenze della didattica e quelle del turismo piemontese, che è poi l’esigenza di garantire migliaia di posti di lavoro e, allo stesso tempo, i 200 giorni di scuola previsti per legge.
Questo equilibrio, quindi, esisteva già ed era ormai collaudato: bastava mantenerlo. Già a marzo scorso avevo chiesto al presidente Chiamparino e all’assessore Pentenero di rivedere il calendario e oggi ribadisco quanto già espresso allora, unendomi all’appello di un settore che rappresenta il primo comparto turistico della nostra regione. Il clima sta cambiando, è sotto gli occhi di tutti, e anche l’arrivo della neve è slittato in avanti. Il ponte dell’Immacolata, che rappresentava l’avvio ufficiale della stagione invernale, è ormai un ponte senza neve, che va recuperato e compensato.  L’allungamento delle vacanze di Carnevale può essere una soluzione, tra l’altro sperimentata da sempre in altri paesi, come la Francia, senza ripercussioni negative sulla didattica. Con la Liguria avevamo verificato anche la disponibilità ad allineare in parte i calendari delle due regioni, allungando le vacanze di carnevale in inverno e ritardando di qualche giorno l’inizio della scuola a settembre, in modo da aiutarsi reciprocamente ed avere entrambe una ricaduta positiva sul turismo. 
Uno o due giorni in meno di lezione non cambiano l’efficacia e la qualità dell’insegnamento nelle nostre scuole, che sono tra le migliori dItalia, ma possono incidere sulla sopravvivenza di un comparto fondamentale, che contribuisce a mantenere vive e popolate le nostre montagne. Spesso, e giustamente, la politica si mobilita con le aziende per salvare 20 posti di lavoro. 
Ma ci dimentichiamo che le nostre scelte possono comprometterne 20mila, nel silenzio generale.
 
Alberto Cirio
Deputato al Parlamento europeo

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