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“Noi giovani all’Italia possiamo solo dire addio”
Una studentessa biellese parla della condizione dei giovani italiani di oggi, della frustrazione causata dall’assenza di prospettive.E prova a immaginare un futuro per la sua generazione.
Una studentessa biellese parla della condizione dei giovani italiani di oggi e della frustrazione causata dall’assenza di prospettive.
Un futuro per noi.
Ormai da anni uno dei temi più attuali è il futuro dei giovani, circondato da incertezze e scarse possibilità. Su ogni quotidiano e qualunque telegiornale si parla sempre del problema della disoccupazione giovanile, che al giorno d’oggi è a livelli davvero troppo elevati. Abbiamo gente plurilaureata che in Italia rimane senza lavoro, non ci sono più posti disponibili e i giovani, terminati gli studi, si ritrovano a cercare disperatamente un qualsiasi tipo di occupazione e spesso sono costretti a trasferirsi altrove, in paesi che dispongano di maggiori possibilità. Questo ci collega ad un altro importante tema di attualità ovvero la cosidetta ‘fuga di cervelli’. Si sarebbe dovuto capire tempo fa che le numerose ed inutili manovre finanziarie e politiche avrebbero portato a questo risultato. Siamo ad un punto critico, cosa potrebbe esserci di peggio per un paese che migliaia di giovani che studiano e sono costretti ad andarsene? Anche per i diretti interessati, noi studenti, è una scelta dura ma nonostante questo ci sentiamo ripetere più volte che siamo una gioventù bruciata e che se ora il futuro è un problema è colpa nostra. Come può essere così? Si fa presto a capire che tutto ciò che accade ora è stato portato dagli adulti di ieri e di oggi e che noi giovani ne paghiamo solo le conseguenze. Andiamo via dall’italia? Ecco che subito ci puntano il dito, dicendo che così facendo il Paese andrà in rovina per colpa nostra perché noi siamo il futuro. Il Paese è già in rovina, e noi siamo il futuro che per assurdo non ha un futuro.
Per noi qui non c’è posto. Sempre più anni di servizio prima della pensione, posti lavorativi occupati per tempi sempre maggiori ed è ovvio che così facendo noi non abbiamo opportunità. Sul quotidiano “Corriere della Sera”, Severgnini scrisse “L’Italia sta diventando un paese di vecchi che ostacolano quei pochi giovani rimasti, semplicemente per mantenere una leadership che non potranno portare sottoterra”. Orgoglio, egoismo e opportunismo hanno rovinato il Paese ed i giovani. Per giovani, non intendo solo studenti, diplomandi o neolaureati, ma anche neonati. Le famiglie non vedono più prospettive per eventuali figli, molte non hanno un posto di lavoro fisso che garantisca il mantenimento del bambino o non ne hanno nemmeno le possibilità economiche.
Il nostro Paese invecchia, invecchia sempre di più mentre un numero sempre cresente di giovani lo lascia, l’Italia si sta spopolando di italiani ed è solo grazie all’immigrazione che la popolazione non subisce un sostanzioso crollo demografico.
Per far rinascere la nostra patria bisognerebbe cambiare molte cose, innanzitutto bisognerebbe credere di più nei giovani, fare in modo che possano intervenire in alcune questioni perché saranno loro, volendo o non volendo, quelli che porteranno avanti questo paese, coloro che cercheranno di risollevarlo, di migliorare la condizione di crisi tuttora esistente.
L’Italia è un paese che ha infinite potenzialità che gli italiani non riescono a far emergere e magari i giovani un domani riusciranno a far fruttare al meglio.
Per ora i giovani in Italia si istruiscono, imparano molte cose e sono costretti a portare altrove tutte le capacità e favorire lo sviluppo di qualche altro Paese mentre l’Italia rimane sempre più indietro. I giovani non lasciano questa terra perché ci sono luoghi più belli o perché da altre parti la vita è più divertente, la lasciano perché sono costretti a farlo, non hanno alternative. Questa penisola non ha niente da offrirgli e non gli garantisce un futuro concreto, come disse Livi durante la trasmissione televisiva “Otto e mezzo”: “questo Paese non li vuole”.
Questo continuo allontanamento dei giovani sembra diventata quasi una moda, un qualcosa che si fa perché tutti lo fanno ma non è sicuramente la realtà, i ragazzi di oggi lavorerebbero in Italia se ce ne fosse la possibilità, sarebbero davvero grati di contribuire nello sviluppo della loro madrepartia, ma per il momento l’unica cosa che possono fare è dirle addio o, guardando con ottimismo il futuro, salutarla con un ‘arrivederci’.
Giulia Zina
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