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Mini rivoluzione in casa Juve: addio Champions e Sarri, arriva Pirlo

La Juventus esce, ancora una volta, dalla Champions League. A nulla sono valsi gli sforzi di un Ronaldo sempre determinante nella competizione europea

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La Juventus esce, ancora una volta, dalla Champions League. A nulla sono valsi gli sforzi di un Ronaldo sempre determinante nella competizione europea, in una partita dove gli errori arbitrali hanno avuto il loro peso e al netto di una stagione in cui sono emerse tutte le conseguenze delle scelte fatte dalla società negli ultimi anni. La prima testa a cadere è stata, come tutti si aspettavano, quella di Maurizio Sarri, colpevole di non aver saputo placare l’ossessione Champions bianconera al primo tentativo, ma a salire sul banco degli imputati dovrebbero essere in molti.

Addio Champions

La Juventus vince all’Allianz Stadium ma non basta: non bastano i due goal del solito CR7 che nella competizione europea non smette di far sognare e sperare il popolo bianconero, ma il dubbio penalty (tanto quanto quello assegnato poi alla squadra di casa) trasformato da Depay al 12’ regala il vantaggio al Lione, che vola in Portogallo per partecipare alla Final Eight, nuovo formato scelto dalla UEFA per completare quest’edizione 19/20 tanto lunga quanto bizzarra. I francesi non avranno vita facile: ad attenderli al prossimo turno c’è il Manchester City di Pep Guardiola, primo favorito dalle scommesse calcio alla vittoria della competizione a quota 3,25 il 10 agosto. Il giocatore, però, non fa la squadra; la società bianconera farebbe bene a metterselo in testa: se giocando in casa, con più minuti nelle gambe e contro un’avversaria che non gioca partite ufficiali da metà marzo, non si riesce a passare l’ottavo di finale di una competizione per cui si è investito ingentemente negli ultimi quattro anni, è forse giunta l’ora di fermarsi un momento e fare un esame di coscienza.

Ossessione Europa

Erano ormai settimane che l’addio a Sarri aleggiava in casa Juventus e nonostante le dichiarazione del napoletano, era lampante che le sorti del suo contratto sarebbero dipese dal risultato di venerdì sera, soprattutto dopo una finale di Coppa Italia persa ai rigori contro il Napoli, un campionato SERIE A TIM 19/20 vinto con un solo punto di vantaggio sulla seconda, grazie soprattutto ai passaggi a vuoto delle avversarie nella seconda metà del girone di ritorno, e le poco brillanti prestazioni messe in campo, soprattutto in difesa. Ma, si sa, morto un papa se ne fa un altro e, poche ore dopo la conferma dell’esonero di Sarri, è arrivato puntuale l’annuncio che sarà Andrea Pirlo a occupare la panchina bianconera. Allenator non porta pena: forse si dovrebbe presentare così alla corte degli Agnelli il nuovo tecnico juventino, mettendo avanti le mani e chiarendo subito le cose. C’è tanto da far quadrare in casa Juve, a partire dagli ingaggi che gravano sulle casse della società senza però offrire risultati in campo, per finire con la rosa lunga ma forse non poi così armoniosa. Poter contare su nomi stellari non significa infatti avere una squadra che gioca, diverte e vince. Perché questo è il vero pallino della società: vincere tutto e vincere subito, dimenticando forse però che il bel gioco, quello che porta in bacheca trofei e gloria, ha bisogno di investimenti intelligenti, un progetto a lungo termine e tanta, tantissima pazienza. Si ricomincia dunque da zero in casa Juve, ma sempre con tante aspettative. Staremo a vedere se il maestro, allievo tra gli altri di Ancelotti, Conte e Allegri, saprà infondere la propria visione del gioco a una squadra che ne ha disperatamente bisogno e dare ordine a una difesa che fino a poche stagioni fa dettava legge in campionato.

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