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Meglio asini che Alzheimer
“Nel Biellese ci sono 4.000 persone con demenza, il 60% di esse con malattia di Alzheimer. Circa 350 nuovi casi annui e circa 350 decedono…”
“Nel Biellese ci sono 4.000 persone con demenza, il 60% di esse con malattia di Alzheimer. Circa 350 nuovi casi annui e circa 350 decedono…” mi scrive Bernardino Debernardi, geriatra, responsabile del servizio Geriatria Post Acuzie dell’ASL di Biella e presidente del comitato scientifico dell’AIMA (Associazione Italiana Malattia di Alzheimer) biellese. Poco prima, insieme a Franco Ferlisi presidente della stessa AIMA, aveva postato in rete la classifica 2013 degli enti beneficiati dal 5 per mille dei biellesi.
36.000 euro al Rifugio degli Asinelli di Sala Biellese, 2.500 euro ad AIMA Biella. Con il seguente commento: “Meglio asini che Alzheimer”. Meglio sì, se per il benessere di cadauno dei 130 asinelli di Sala i biellesi versano euro 277, mentre sono solo 1,04 gli euro destinati all’assistenza di cadauno dei 2.600 biellesi malati di Alzheimer che, tra famigliari, parenti e amici, mobilitano almeno 15.000 persone. L’asinello va nutrito, ripulito delle deiezioni, qualche volta curato da malattie asinine. Il malato di Alzheimer va solo assistito perchè ha il cervello in pappa in forma irreversibile e nelle forme più gravi non riconosce se stesso nè i parenti, pronuncia parole senza senso, è muto o si fa capire con difficoltà, può rifiutarsi di mangiare, può soffocare o dimenticarsi di deglutire, può urlare in continuazione oppure toccare tutto quel che vede, perde il controllo dell’intestino e della vescica, dimagrisce e quindi la pelle diventa sottile e si ferisce facilmente, può essere a disagio o urlare quando lo si sposta o tocca, dimentica come si fa a camminare, oppure non è abbastanza sicuro da stare in piedi o camminare da solo, può soffrire di convulsioni; spesso può cadere e farsi male, oppure soffrire di infezioni, può lamentarsi, urlare o borbottare ad alta voce, dorme di più. Ha bisogno di assistenza per tutte le attività quotidiane.
Non pensate che, fatto salvo il diritto dei teneri asinelli ad essere finanziati e coccolati, le migliaia di dementi brutti sporchi e cattivi, e gli eroici familiari e volontari che se ne occupano, meritino qualcosa in più ?
Giuliano Ramella
(giulianoramella@tiscali.it)
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