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Maialini e necrologi

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Verrebbe voglia di scrivere di tante cose, dallo striscione appeso fuori dal Belletti Bona che – senza bisogno di altri commenti – recitava “la nostra Via Crucis, al lavoro senza paga”

Verrebbe voglia di scrivere di tante cose, dallo striscione appeso fuori dal Belletti Bona che – senza bisogno di altri commenti – recitava “la nostra Via Crucis, al lavoro senza paga”: i dipendenti della casa di riposo cittadina, hanno chiesto (e ottenuto)  solidarietà dal Vescovo, visto che, tra lo scaricabarile di certi sindacalisti e il silenzio imbarazzato della politica, non sanno più, veramente, a che Santo votarsi.

Oppure, ci sarebbe la tentazione di commentare l’ennesimo caso di povertà manifesta dell’anziana che si è ingegnata per rubare qualche spicciolo dai carrelli della spesa, caso trasformato in uno degli scoop principale di questo ponte pasquale da un’informazione locale senza, evidentemente, altre notizie.

Potremmo dissertare sulle tristi vicende del Consiglio Comunale, dove non alberga più neppure l’onestà intellettuale, e la vecchia minoranza, divenuta maggioranza, rinfaccia alla vecchia maggioranza, diventata opposizione, ciò che per cinque anni ha fatto, esattamente, nello stesso modo. Se non fossero i soliti giochini, diremmo che è solo un triste e consunto teatrino. Un teatrino che, proprio perché è finzione e non sostanza, si dimentica di problemi reali e ci mette un anno a cambiare una rotondina in centro città o diventa complice dell’ennesimo balzello sui cittadini con i parcheggi a pagamento nel nuovo Ospedale.

O ancora, più banalmente, potremmo parlare di agnelli e maialini sacrificati sulle nostre griglie in un’orgia pagana  che poco ha a che vedere con lo spirito della “resurrezione”. Quando invece l’unico dato vero di questi recenti giorni di festa cristiana è – mentre i cristiani vengono trucidati in mezzo mondo – solo il generale disinteresse rispetto a ciò che nel mondo succede. Per questo, la mia attenzione va alla comunità biellese ferita e con poche prospettive per il futuro, che,  in giorni come questi che acuiscono la solitudine di chi è solo, non si è fatta sopraffare dalla sconforto e, per una volta, non ha visto nessuno lasciarsi morire in casa o buttarsi da un ponte o da un pontile.
Non so se chi soffre possa aver  trovato qualcosa o qualcuno per placare, almeno temporaneamente, il proprio dolore di vivere; sicuramente, oggi, preferisco vedere (da vegetariano convinto) foto di maialini arrosto, che necrologi della solitudine.

Roberto Pietrobon

www.alasinistra.org

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