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Quando il prostituto è maschio

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Il sesso piace ai e alle biellesi. Fortunatamente in questo non siamo diversi dagli abitanti di Hong Kong o di Amburgo solo che, nel nostro caso, siamo – come si dice – “più riservati”. Riservatezza che diventa quasi ossessiva se il sesso è di quel tipo lì, quello che esiste dagli albori delle società civilizzate, quello mercenario.

Il sesso piace ai e alle biellesi. Fortunatamente in questo non siamo diversi dagli abitanti di Hong Kong o di Amburgo solo che, nel nostro caso, siamo – come si dice – “più riservati”. Riservatezza che diventa quasi ossessiva se il sesso è di quel tipo lì, quello che esiste dagli albori delle società civilizzate, quello mercenario.

 

Però ogni tanto capita che, soprattutto se si tratta di prostituzione di donne straniere (nello specifico asiatiche), le forze dell’ordine provvedano a blitz che mettono i sigilli a queste moderne “case del piacere” e denuncino tutte le lavoratrici del sesso. Giusto, in questo paese la prostituzione è illegale dal 20 febbraio del 1958 quando fu approvata la cosiddetta legge Merlin dal nome della Senatrice socialista che la propose.

 

Succede però che il sesso, anche quello mercenario, non interessi più solamente il genere maschile.

 

Ma, da diversi anni, sia prosperato anche un mercato dei cosiddetti “escort”; uomini aitanti che offrono prestazioni sessuali a donne in genere della medio alta borghesia e con “qualche” anno più di loro. Questo è almeno quello che ci ha restituito la cronaca di questi giorni in merito a un caso che potremmo, tranquillamente, derubricare a truffa se non fosse che proprio di prostituzione maschile stiamo parlando. Un uomo quasi quarantenne che affitta un appartamento in pieno centro a Biella, in una location esclusiva e costosa e che vende il proprio corpo in cambio di denaro ma che poi, all’improvviso, sparisce nel nulla portando con sé tutto il mobilio del prestigioso alloggio. Il proprietario – che ha quantificato un danno in diverse migliaia di euro – denuncia il tutto alle autorità competenti e i giornali parlano di truffa.

 

Nella borghesissima Biella quindi le cinesi che affittano il proprio corpo alle genti biellesi, quando vengono scoperte, sono un “racket della prostituzione sgominato” con nomi, cognomi e generalità sbattute in prima pagina. Se, al contrario, la prostituzione è maschile e serve ad allietare le serate (o le mattine) di donne facoltose il problema è che il prostituto (rigorosamente anonimo) non ha saldato il conto dell’appartamento in affitto o si è fregato il talamo del piacere. E il proprietario dell’alloggio (anche lui coperto dall’anonimato) diventa vittima e non complice di un possibile reato come quello previsto dalla famosa legge Merlin.

 

Attenderemo invano, anche su queste colonne, gli aedi della legalità che – siamo certi – non troveranno parole di condanna per la legge violata perché, in fondo, quel che interessa non sono i vizi privati ma le pubbliche virtù. Nella continua ricerca di un perbenismo che non faccia mai i conti con i nostri piccoli o grandi tabù.

 

Roberto Pietrobon

www.alasinistra.org

 

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