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Che belli gli gnomi nel cuore della città

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Le vacanze natalizie volgono al termine e quindi è possibile provare a fare un bilancio di come sono andate nella nostra Biella. Se la neve tardiva ci ha regalato un sorriso, sicuramente quello che ha caratterizzato maggiormente le vie e le strade della nostra città sono stati dei buffi cippi di legno con un cappello rosso in testa agghindati e “truccati” nelle più disparate maniere. 

Le vacanze natalizie volgono al termine e quindi è possibile provare a fare un bilancio di come sono andate nella nostra Biella. Se la neve tardiva ci ha regalato un sorriso, sicuramente quello che ha caratterizzato maggiormente le vie e le strade della nostra città sono stati dei buffi cippi di legno con un cappello rosso in testa agghindati e “truccati” nelle più disparate maniere. Li hanno chiamati gli “gnomi della lana” richiamando una favola divertente di Vincenzo Lerro, giovane scrittore ed editore locale che finalmente è stato valorizzato nella giusta maniera.

In poco tempo questi cippi si sono moltiplicati, in una sorta di gara tra esercizi commerciali e locali pubblici a chi faceva lo gnomo più accattivante, divertente o rappresentativo della propria attività. Il cappellino rosso poi ha rappresentato il “marchio” della biellesità perché quei buffi tronchi di cono arrivano da Miagliano e sono fatti di lana di pecora rigorosamente nostrana. Anche i cippi sono frutto dei nostri boschi: pini, abeti ecc… e rappresentano anch’essi un pezzo delle nostre vallate.

L’iniziativa è stata voluta ed organizzata dall’associazione di categoria “Confesercenti” che senza un euro di contributo pubblico ha allestito l’iniziativa che è costata, per ogni singolo gnomo, la cifra irrisoria di 18 euro distribuendone quasi 700.

Non so quanto i miei figli siano rappresentativi ma, visto l’entusiasmo che hanno avuto nel giocarci, non posso che pensare che gli gnomi abbiano “colpito al cuore”.

Qualcuno, nelle settimane passate, ha parlato di questa iniziativa come di una tradizione che potremmo adottare per i Natali futuri. Anch’io la trovo una straordinaria idea e, sono certo, potrà in futuro solamente migliorare e arricchirsi.

L’anno scorso l’amministrazione Cavicchioli investì migliaia di euro per le luminarie e per la tanto discussa pista di pattinaggio. I “Cavi Boys” (Assessori, Consiglieri e “amichettos”) intasarono i profili Facebook di autocelebrativi scatti sulla pista quasi che fosse loro l’invenzione del pattinaggio su ghiaccio… Investirono, inoltre, tra Comune, Camera di Commercio e Ascom (l’altra organizzazione di categoria degli esercenti locali) 70 mila euro per le luminarie. Quest’anno il Comune, sempre per le luminarie, pare abbia destinato solamente 6 mila euro e l’iniziativa ha coinvolto nemmeno un centinaio di commercianti (che hanno sborsato 150 euro a testa). Il risultato non è molto diverso da quello dello scorso anno. E non si può dire che le nostre luci siano “d’artista” o brillino per originalità…

Per questo, se ci è permesso un consiglio: continuiamo con gli gnomi a “KM0”, autoctoni, divertenti, coinvolgenti ed economici e archiviamo una grandeur di luci che non ci possiamo più permettere e che, alla fine, non illuminano il Natale ma solo la nostra crisi verso la quale, qualcuno, prova con ingegno e allegria a porre rimedio.

www.alasinistra.org

Roberto Pietrobon

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