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No Piro, ecco chi ha vinto davvero
Il Pirogassificatore al Villaggio Lamarmora non si farà. Questa è una splendida notizia, di quelle che ti fanno pensare che, ogni tanto, vincono le ragioni della salute, dell’ambiente e del futuro su quelle del profitto. Ma chi ha veramente vinto questa battaglia e perché? Innanzi tutto a vincere sono stati i bambini e le bambine. Non lo dico per retorica o perché, lavorando alla Scuola Primaria del Villaggio ho, in qualche modo, una visione deformata. A vincere sono i bambini perché loro è il futuro, di quel quartiere e, più in generale, della realtà nella quale cresceranno.
Il Pirogassificatore al Villaggio Lamarmora non si farà. Questa è una splendida notizia, di quelle che ti fanno pensare che, ogni tanto, vincono le ragioni della salute, dell’ambiente e del futuro su quelle del profitto. Ma chi ha veramente vinto questa battaglia e perché? Innanzi tutto a vincere sono stati i bambini e le bambine. Non lo dico per retorica o perché, lavorando alla Scuola Primaria del Villaggio ho, in qualche modo, una visione deformata. A vincere sono i bambini perché loro è il futuro, di quel quartiere e, più in generale, della realtà nella quale cresceranno.
Questa vittoria però ha un nome e un cognome è ha il volto dei tanti uomini e donne che da oltre un anno si stanno battendo per informare e resistere al progetto di WoodEnergy e Cofely, il Comitato “Depiriamoci – No Piro Biella”.
Hanno cominciato in sordina, raccogliendo firme e facendo piccoli presidi davanti alle istituzioni. Il movimento però si è allargato e, al Villaggio Lamarmora, i balconi si sono colorati di striscioni che manifestavano la contrarietà della popolazione al progetto. Un movimento che ha unito le competenze fondamentali di Legambiente e del comitato andornese contro l’analogo progetto in Valle Cervo a semplici cittadini ed ad attivisti politici. In un periodo nel quale la politica dà il peggio di sé, il movimento si è retto anche grazie al contributo di militanti del “Movimento 5 Stelle” , di Rifondazione Comunista e anche (un po’ “camuffato” da “amministratori di Ponderano”) di Fratelli d’Italia. Tutti e tutte insieme hanno animato l’Assemblea del 22 novembre scorso in Parrocchia al Villaggio ma, soprattutto, hanno “assediato” la sede del Comune in Via Tripoli martedì scorso, in maniera pacifica e determinata. Un movimento quindi che ha scelto la trasversalità perché l’unico obiettivo era la salute pubblica attraverso l’affossamento di quel progetto.
A vincere però è stato anche il Sindaco Cavicchioli che ha giocato al meglio le sue carte, utilizzando i rilievi tecnici del comitato, per decretare la morte del Piro. L’ha fatto al 90° minuto quando sembrava che la partita fosse persa e si dovesse ricorrere ai tempi supplementari con ricorsi e contro ricorsi lasciando appeso un intero quartiere alle decisioni della magistratura amministrativa. L’ha fatto “renzianamente”, con un colpo di teatro, dopo avere per mesi adottato un atteggiamento pilatesco, dichiarando che aveva “le mani legate” e che lui poteva solo fare rilievi “tecini”. Altre decine di casi dimostrano che avrebbe potuto fermare il progetto anche prima, assumendosene tutti i rischi politici e amministrativi, ma ha preferito giocare in “punta di diritto”. Anche questa è una strategia e, quando si vince, non ha senso cavillare troppo.
Quello che spiace è il clima che si è creato, le polemiche che da giovedì intasano giornali e social network. “Ha vinto Cavicchioli e il PD!” “No, ha vinto il Comitato!” “No, Legambiente!” “No, i cinque stelle” e così delirando.
Io penso che a vincere siano stati i cittadini e le cittadine di Biella, la nostra salute e il nostro futuro. Oggi come quasi vent’anni fa contro Fenice. A nessuno dovrebbe essere permesso, come avvenne con l’inceneritore della Fiat, di intestarsi e cavalcare – da solo – questa battaglia e questa vittoria. Anche perché, purtroppo, ce ne saranno altre da fare, come ci ricorda la diga in Valsessera.
www.alasinistra.org
Roberto Pietrobon
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